BOLOGNA - Sono 120 in Italia (il 40% è in Emilia-Romagna), hanno 5.500 addetti e un fatturato di 2,5 miliardi e sprizzano ottimismo da tutti i pori, alla faccia della crisi economica.

E' la riscossa del 'pronto moda' o fast fashion, ossia quelle aziende che, prendendo spunto dalle tendenze moda di ogni stagione, rielaborano capi e accessori con una grande velocità di produzione e distribuzione.

Ora una ricerca, la prima in Italia realizzata da Diomedea per conto di BolognaFiere e presentata a Bologna, racconta vizi e virtù del settore. Si tratta di aziende che coprono il 20% dei consumi nazionali di abbigliamento, pari a cinque miliardi (l'Italia è al primo posto in Europa insieme alla Spagna) e hanno una distribuzione al 70% italiana.

Ma oggi quella dei 'prontisti' è una rivalsa anche rispetto alla nomea avuta per anni, di copiare i modelli altrui: "A lungo siamo stati visti come cinesi - ha commentato Marisa Corso, direttore della divisione commerciale di BolognaFiere - ma il vero made in Italy si fa qui".

In più grazie alla flessibilità nella produzione e fornitura, resistono alla crisi e reagiscono bene al mercato. A gennaio il settore tornerà in 'mostra' alla seconda edizione di Link.it, fiera del settore che si svolgerà a Bologna e che punta ai 5000-6000 visitatori (l'anno scorso era a quota 3000).