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Adnkronos
Pubblicato il
1 giu 2009
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Il cappello di paglia resiste alla crisi

Di
Adnkronos
Pubblicato il
1 giu 2009

La produzione dei cappelli di paglia 'si ripara dal sole' della crisi economica. Del resto, indossare un cappello di paglia è 'una moda che non passa mai di moda' che piace a tutti gente comune, attori, nobili fino ad arrivare al Papa.



Proprio Benedetto XVI, infatti, nei giorni scorsi è tornato a indossare il tipico cappello in paglia a falda larga detto 'saturno', nella versione di colore rosso. Come non ricordare poi il modello extralarge dell'inimitabile Audrey Hepburn sul set 'Colazione da Tiffany', o quello indossato dal celeberrimo interprete francese di musical degli anni Trenta Maurice Chevalier. E poi ancora, Lina Wertmuller, Federico Fellini, e il premier Silvio Berlusconi che lo alterna alla più sportiva bandana.

Poi, non si può dimenticare il parente più stretto del cappello di paglia: il famosissimo 'panama' il cui nome nasce da un curioso evento mediatico. Il presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt lo indossava all'inaugurazione del Canale di Panama nel 1906, le foto dell'evento fecero il giro del mondo e il cappello, prodotto in Ecuador, divenne 'il panama'

E dietro a questo oggetto 'cult' c'è un esercito di artigiani che nei secoli ha tramandato l'arte di lavorare i fili della paglia. In particolare, nel comune di Montappone (Ascoli Piceno), centro del 'distretto dei cappelli' più importante d'Europa, nell'area compresa tra i comuni di Massa Fermana, Falerone, Monte Vidon Corrado i cosiddetti 'paesi della treccia', si continuano a produrre nuove collezioni e ad organizzare corsi di formazione per giovani apprendisti.

''La nostra -spiega a Labitalia Ferruccio Vecchi, sindaco di Montappone e presidente della Pro Loco- è una tradizione famosa in tutto il mondo a partire dal Settecento. Qui la crisi economica non è arrivata, anzi in collaborazione con la provincia e i consorzi locali sono stati organizzati dei percorsi formativi modulati su due livelli: uno per aiutare gli imprenditori a districarsi tra le incombenze commerciali, di marketing e gestionali e l'altro per formare giovani designer da inserire subito nelle aziende''

Il 'distretto del cappello', che nasce verso la fine degli anni Sessanta come un polo monosettoriale specializzato, in breve tempo, ha permesso di allargare l'offerta produttiva anche a tutte le altre diverse tipologie di prodotto, aggiungendo alla produzione legata alla paglia anche quella di cappelli in tessuto, feltro, filato oltre ad altri accessori moda quali guanti e sciarpe. Oltre a produrre il 70% del prodotto destinato al mercato nazionale, il distretto esporta i manufatti in molti paesi, in particolare in Francia, Giappone, Stati Uniti d'America e in nuovi bacini europei quali la Russia e gli altri paesi dell'Europa dell'Est.

Le imprese che lavorano all'interno del 'distretto del cappello' sono un centinaio e danno occupazione a circa 1.500 addetti con un fatturato annuo che si aggira sui 150 milioni di euro. Montappone in particolare, con 45 aziende produttrici del settore, e' stata la prima cittadina italiana a industrializzare la lavorazione artigiana del cappello. Da quando i cappellifici di Montappone hanno cominciato a utilizzare le moderne tecnologie, si e' sentito il bisogno di raccogliere in un museo le antiche tradizioni che conserva orgogliosamente anche l'ultimo cappello indossato da Federico Fellini.

E proprio visitando i locali del museo si puo' conoscere come e' nata e come si e' evoluta l'arte della creazione del cappello di paglia. Dalla raccolta della paglia alla selezione, e da questa all'intrecciatura e alla cucitura, fino alla pressa che da' forma al cappello, tutte le fasi della lavorazione sono illustrate passo per passo da proiezioni, fotografie, pannelli e macchinari d'epoca perfettamente funzionanti posti lungo tutto il percorso della collezione.

In mezzo ai 196 centimetri di differenza che separano il cappello piu' piccolo, quello di una bambola, dall'eccentrico parasole largo due metri, nel museo trovano posto emozionanti pezzi unici come la caratteristica paglietta dei primi del secolo, insieme a cappelli comuni, da lavoro, da cerimonia, bizzarri, chic, cilindri, pagliette, fez, feluche, pamele, e chepi', tra epoche, storie e stili diversi. E per chi vuole vedere da vicino come nasce un cappello, come ogni anno, dal 24 al 26 luglio, a Montappone si organizza la festa della ricostruzione della lavorazione della paglia.

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