Reuters
3 lug 2014
I marchi straneri fanno fatica a imporsi in Cina
Reuters
3 lug 2014
I marchi stranieri stentano ad affermarsi nel settore dei beni di consumo in Cina, dove si trovano ad affrontare l'agguerrita concorrenza dei loro competitor locali. Lo mostra uno studio appena pubblicato, secondo il quale circa il 60% delle aziende straniere ha perso quote di mercato.
L'indagine, realizzata da Bain & Company e Kantar Worldpanel presso 40.000 famiglie, sottolinea che i produttori stranieri di prodotti cosmetici e dermatologici e quelli di spazzolini da denti hanno perso il 5% di quote di mercato in Cina nel 2013, mentre i loro concorrenti cinesi sono cresciuti.
Sul versante delle bibite, del latte artificiale per neonati e dei prodotti per la pulizia della casa, i produttori stranieri hanno ceduto fra l'1 e il 3% di quote di mercato nel 2013 nella seconda economia del mondo.
Lo studio non dà spiegazioni dettagliate, ma fornisce molti esempi. Nel settore delle bevande non alcoliche, il colosso cinese Hangzhou Wahaha Group ha visto crescere del 3,8% la sua fetta di mercato l'anno scorso, grazie anche a una vasta campagna pubblicitaria e al lancio di nuovi prodotti. In compenso, quella delle aziende straniere si è ridotta del 6,3%.
Al contrario, i produttori esteri di shampoo e dolci possono festeggiare. La tedesca Henkel, che possiede il marchio Schwarzkopf, ha ottenuto un aumento della sua quota di mercato dell'1,2% e il marchio di dolciumi Chips Ahoy!, di Mondelez International, ha guadagnato lo 0,3% di quota di mercato.
Per effettuare questa indagine, sono state esaminate 106 categorie di beni di consumo, che rappresentano più dell'80% del mercato cinese. Dalla ricerca emerge che i consumatori cinesi sono i più propensi ad acquistare sul web dai loro smartphone e dai loro computer, in una Cina che è il più grande mercato del mondo per la distribuzione on-line.
Nel 2013, le vendite on-line dei prodotti monitorati dall'indagine sono cresciute del 42%, incrementate in modo particolare dai prodotti di bellezza e da quelli per i bimbi. Il dinamismo dell'e-commerce ha dirottato i consumatori dai negozi fisici, si può leggere nello studio, ma gli acquisti di beni di consumo nei negozi rappresentano ancora il 97% delle vendite totali in Cina.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: Reuters
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