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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
20 apr 2018
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Hermès supera Kering nella capitalizzazione di Borsa a Parigi

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
20 apr 2018

La capitalizzazione di Hermès ha superato quella del gruppo Kering alla Borsa di Parigi, sebbene le vendite annue della casa francese non arrivino nemmeno a un terzo di quelle registrate dal conglomerato del lusso suo connazionale. Bisogna sottolineare che il fatturato del marchio più performante di Kering, Gucci, supera quello di Hermès. Ma gli investitori sono chiaramente attratti dagli utili netti record di Hermes, dal suo prestigio unico e dalla domanda sempre crescente per i suoi prodotti più popolari, a partire dalle selle da dressage a 7.000 euro l’una per arrivare fino alle borse “Birkin” in coccodrillo, vendute a più di 20.000 euro al pezzo.

Hermès - Autunno-Inverno 2018 - Womenswear - Parigi - © PixelFormula


Gucci ha chiuso il 2017 con un volume d’affari di 6,2 miliardi di euro, vale a dire circa il 40% dei ricavi totali del gruppo Kering. Per fare un confronto, Hermès ha realizzato un fatturato di 5,559 miliardi di euro nello stesso anno.
 
Nel primo pomeriggio di giovedì, alla Borsa di Parigi, l’azione di Kering era valutata 431 euro, per una capitalizzazione borsistica pari a 54,41 miliardi di euro; il titolo di Hermès, valutato 518 euro, corrispondeva invece a una capitalizzazione di 54,68 miliardi di euro. Una somma davvero impressionante, che rappresenta quasi dieci volte il suo fatturato annuale. L’altro peso massimo del comparto del lusso in Francia, LVMH, valeva 279,90 euro per azione a metà della seduta di Borsa, per una capitalizzazione di 141,37 miliardi di euro.

“Le azioni Hermès sono chiaramente molto apprezzate dagli investitori. Inoltre, gli ultimi due trimestri sono stati particolarmente soddisfacenti per il lusso, caratterizzati da condizioni ottimali”, sottolinea Luca Solca, analista esperto di lusso di BNP Paribas.
 
Questo sorpasso di Hermès avviene dopo che i tre colossi del lusso hanno ottenuto degli aumenti vertiginosi dei prezzi delle loro azioni. I titoli di Hermès sono stati i migliori con un +23%. Il 9 febbraio 2018, il loro valore non superava neanche i 420 euro l’uno. Nello stesso periodo, Kering ha guadagnato il 18% e LVMH il 20%.
 
Tuttavia, Luca Solca ricorda che il mercato sta probabilmente vivendo un picco in ragione di un ambiente molto favorevole per gli scambi commerciali in questi ultimi tempi, ma ha anche sottolineato che molto probabilmente dovrà affrontare le inquietudini causate da una possibile disaffezione da parte dei consumatori cinesi.
 
“I rapporti difficili tra Donald Trump e la Cina determinano una vera preoccupazione per la potenziale diminuzione dell'entusiasmo dei clienti cinesi, che farebbe crollare l'industria del lusso. In questo contesto, le azioni di Hermès sono quelle posizionate meglio. Abbiamo notato che quando il settore del lusso ha un boom Hermès tende a ridurre le sue performance. Quando il mercato è un po’ più difficile, un marchio istituzionale come Hermès è al top della forma. Dunque noi ci aspettiamo che Hermès mostri più stabilità e una migliore resistenza nel corso dei prossimi due trimestri, come LVMH e Brunello Cucinelli”, precisa Luca Solca.
 
Il prezzo delle azioni Hermès è ovviamente influenzato dai notevoli margini mostrati dal marchio francese. La sua famosa boutique di due piani di Faubourg Saint-Honoré ha registrato lo scorso anno un utile netto di 1,226 miliardi di euro, con un impressionante margine del 22% del fatturato annuo. L’utile operativo di Hermès, di 1,922 miliardi di euro, ha rappresentato il 35% delle sue vendite annue.
 
Kering, in confronto, ha ottenuto un utile netto di 1,865 miliardi di euro, rappresentando cioè solamente il 12% del suo fatturato annuo di 15,477 miliardi di euro. Il suo margine operativo ha invece toccato i 2,706 miliardi di euro, cioè il 17,5% del suo fatturato annuo.
 
Invece LVMH ha dichiarato utili per 5,616 miliardi di euro nel 2017, pari al 13% del fatturato annuo del gruppo, di 42,636 miliardi di euro, mentre il suo margine operativo di 8,116 miliardi di euro rappresenta il 19% dei propri ricavi annui. In altri termini, i due grandi gruppi del lusso mostrano margini più o meno simili nel 2017, ma che sono ben al di sotto di quelli di Hermès.
 
Il prudente ottimismo di Luca Solca non si estende però a tutti i marchi citati, e soprattutto non ai marchi italiani.
 
“Non penso che i marchi Salvatore Ferragamo e Tod’s stiano per risollevarsi. Continueranno a ristagnare. Dal mio punto di vista, in questo settore è l’innovazione nei prodotti che salva, e loro ne sono ancora lontani. Sono aziende troppo conservatrici e basate su icone del passato. Certo, neanche Hermès sta aprendo la strada se si parla di innovazione. Anche lui è un marchio troppo ancorato nel passato, ma riesce a mantenere il vantaggio per la semplice ragione che c'è molta più richiesta per i suoi prodotti iconici. Hermès ha saputo dare più spazio all'innovazione [in passato] e le cose gli sono andate bene”, conclude Luca Solca.

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