Ansa
6 lug 2015
Haute Couture : da Elsa Schiaparelli , debutto con stile per Bernard Guyon
Ansa
6 lug 2015
Siamo a Place Vendome, in un immaginario Theatre d'Elsa, una scenografia semplice ma degna di un debutto: la maison Schiaparelli (dei Della Valle) riparte con un nuovo stilista, si chiama Bernard Guyon, non è conosciuto al grande pubblico, ma ha lavorato tanto dietro le quinte di importanti case di moda, da Hubert de Givenchy e da Valentino.
Trentasei uscite, ognuna con il nome di una pièce teatrale: 'La Voix Humaine' (1930) di Jean Cocteau è un tailleur con pantaloni a sigaretta e giacchina stretta in tweed diversi mescolati e bordati di paillettes, il vestito in broccato d'oro si chiama 'Così è se vi pare' (Luigi Pirandello, 1917), mentre uno degli ultimi abiti è intitolato 'Arethusa', come il libretto di versi appassionati che Elsa da giovanissima pubblicò con grande scandalo della famiglia.
Bernard, che succede a Marco Zanini, sa bene come non sia facile rilanciare una griffe che, nell'immaginario di tutti, è un simbolo di eccentricità, non è semplice farlo anche perché nel frattempo il mondo della moda ha visto di tutto e non si stupisce di niente: più che cercare il colpo di teatro "ho preferito - spiega dunque Guyon - tradurre lo stile e la silhouette di Elsa Schiaparelli, partendo dal periodo iniziale del suo atelier".
Della "italienne" - come veniva chiamata dalla rivale Coco Chanel - questa collezione ha molto: a ben osservarla ci sono le tipiche spalle pronunciate, le tasche sproporzionate che danno sfrontatezza perfino agli abiti da sera, c'è l'iris, già simbolo della maison, nella trama del broccato o negli intarsi della pelliccia multicolore. Compare l'occhio, sbucano qua e là cuori trafitti, lucchetti, sole e stelle, ci sono le iniziali ES su borse e cinture. C'è perfino un giubbino biker da sera in "rodophane" un antico parente del nylon, usato per la prima volta dalla Schiaparelli che mandò a un ricevimento Mona Bismarck con un eclatante "abito di vetro".
Ma tutte queste citazioni sono piuttosto dei dettagli garbati perché in passerella sfila soprattutto un fascino femminile senza tempo, che ricorda vagamente certe giovani e coraggiose donne degli anni Trenta, come Lee Miller, modella e fotografa di moda e di guerra, autrice dei più bei ritratti di Elsa: sembrano dedicati a Lee i sottili calzoni maschili ma di broccato, il liquido abito da sera di raso a schiena nuda. È quel mondo anticonformista, tra avanguardie artistiche e grandi passioni, che Guyon con garbo ha voluto trasportare nella contemporaneità.
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