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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
18 giu 2018
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Giorgio Armani fa rivivere un logo di fine anni '80 ed entusiasma con uno spettacolo magico

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
18 giu 2018

Giorgio Armani si è preso 30 secondi di tempo per fare un languido saluto al pubblico al termine dell’ultima sfilata della collezione d’abbigliamento maschile del suo marchio omonimo lunedì a Milano. Uno show nel quale ha proposto vestiti di assoluta eccellenza.

Giorgio Armani - Primavera-Estate 2019 - Menswear - Milano - © PixelFormula


Raggiante, sorridente, lo stilista alzava perfino i pollici in alto, prima che il logo Giorgio Armani scritto a mano, ripreso dagli archivi anni '80 della casa di moda, s’illuminasse su uno sfondo di enormi fogli bianchi.
 
Un logo vintage utilizzato solo per questa collezione, e un nuovo atteggiamento, in cui l'elemento chiave nel guardaroba, la giacca doppiopetto, raramente è stata prodotta e tagliata con simile abbondanza e con tale stile ed eleganza.

Da abiti di cotone in color stucco o cemento o loro versioni corte in lino sgualcito tagliate impeccabilmente; a sciccosi ed accattivanti completi di cotone/panno per i più maturi; a magnifici vestiti di lino nella tonalità del cemento chiaro – esattamente lo stesso colore della sede di Armani disegnata da Tadao Ando.
 
Tutto questo è stato arricchito da alcune bellissime stampe asiatiche astratte di elementi naturali, utilizzate in pantaloni cargo fluenti, o in un grande poker di giacche-camicia.
 
“Il doppiopetto è sempre stato nel mio guardaroba, ma ho voluto dargli una nuova informalità, una maggiore leggerezza d'essere. E volevo che i giovani uomini vedessero che oggi una giacca doppiopetto dovrebbe prendere il posto di un giubbotto o di una giacca di jeans. Oppure che sia indossata con il colore per uscire a cena su una terrazza sulla spiaggia. Indossabile da tutti e accessibile a tutti. No?”, ha detto Armani in italiano nel backstage.

Giorgio Armani - Primavera-Estate 2019 - Menswear - Milano - © PixelFormula


La sua altra grande notizia – e una delle storie più grosse viste a Milano, dal punto di vista stilistico – è stata il denim, visto in eleganti ed accurati pantaloni del pigiama stretti alla caviglia.
 
“Solitamente il jeans era per i disgraziati impoveriti. Ora è per le anime sofisticate. I tempi cambiano”, ha ammiccato Giorgio, il quale è sembrato in forma. Con la voce rauca, sì, ma molto carico. La maggior parte dei designer non esce mai la sera prima di uno spettacolo, ma Armani era in uno stato d'animo così sicuro di sé; è stato il designer più anziano a partecipare alla cena, tenutasi domenica sera, per il rilancio di “Uomo Vogue”, la sera prima del suo show.
 
“Il logo l’avevamo in uno dei nostri cassetti da un po’. E ho pensato che mi sembrava proprio bello. Allora perché no?”, ha concluso Armani prima di essere inghiottito dal suo bel cast, tutti a chiedere di poter fare un selfie con questo ottantenne sempre garbato.

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