Napoli, 5 nov - In aumento le esportazioni di gioielli, bigiotteria e pietre preziose lavorate made in Naples. Nei primi sei mesi del 2010 le vendite all´estero hanno registrato un incremento del 33,58%, rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente, passando da 5 milioni 632 mila euro a 7 milioni 523 mila euro.

Percentuale di crescita di gran lunga superiore rispetto al dato campano (+5,93%) e a quello del Mezzogiorno (+5,86%). L´aumento medio nazionale è pari al 26,21%. La provincia di Napoli è leader del comparto a livello regionale con un´incidenza del 68,86%.

Principali estimatori di gioielli, bigiotteria e pietre preziose lavorate partenopee sono gli Emirati Arabi Uniti che, con una quota del 16,17% dell´export napoletano, superano il Giappone. "Gli arabi - dichiara la presidente del Centro Studi sul Mercato del Lusso, Anna Lepre - apprezzano sempre di più l´alta qualità del prezioso made in Naples".

Negli Emirati Arabi Uniti si è assistito ad una crescita vertiginosa degli ordinativi, balzati da 78mila euro ad un milione 216mila euro. "Il boom del gioiello partenopeo - sottolinea Lepre - nasce anche dalla sapiente strategia di marketing portata avanti da alcune tra le più prestigiose imprese orafe locali, che hanno favorito questa performance partecipando a incontri, fiere e altre manifestazioni e intrecciando rapporti proficui con gli operatori della Penisola arabica. Il trend positivo dovrebbe rafforzarsi nel breve-medio periodo".

Complessivamente, verso il Medio Oriente sono state indirizzate merci per un totale di un milione 622mila euro a fronte di 194mila euro del primo semestre 2009. In Asia orientale è Hong Kong a guidare la scelta del prodotto napoletano. Le vendite hanno evidenziato un vero e proprio exploit (+205,11%) passando da 336mila euro ad un milione 26mila euro. Mostra, invece, una perdita consistente l´export verso il Giappone (-40,24%), il cui ritorno scende da un milione 168mila euro a 698mila euro.

Ma le esportazioni del comparto partenopeo non si limitano al solo continente asiatico. Verso l´Ue a ventisette, la provincia di Napoli ha inviato merci per un totale di un milione 843mila euro, in crescita del 16,93%. Negli Stati Uniti gli ordinativi hanno totalizzato 720mila euro, in aumento del 17,41%.

Registrano, invece, un risultato negativo le spedizioni estere casertane (-30,03%), il cui valore scende a quota 3 milioni 249mila euro. Seguono a grande distanza Avellino e Salerno con, rispettivamente, 87mila euro e 65mila euro. Nell´insieme, la Campania ha esportato prodotti per un totale di 10 milioni 926mila euro.

Quanto all´import, il capoluogo partenopeo, nel periodo gennaio-giugno 2010, mostra una crescita del 2,63%, rispetto ai primi sei mesi del 2009. Le importazioni hanno così raggiunto quota 11 milioni 978mila euro. Percentuale di incremento meno consistente rispetto alla media regionale (+11,27%) e a quella del Mezzogiorno (+18,43%). Ancor più elevata è la crescita dell´import italiano pari a quasi 41 punti percentuali.

Principale fornitore della provincia di Napoli è la Cina con 5 milioni 527mila euro, in calo dell´8,81%. La domanda napoletana contribuisce per il 79,71% al totale delle importazioni campane, pari a 15 milioni 27mila euro. Segnali positivi giungono dalla bilancia commerciale partenopea. Il disavanzo, diminuito del 26,23%, è passato da 6 milioni 38mila euro a 4 milioni 454mila euro.