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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
27 mar 2018
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G-III Apparel solido nel 2017 e fiducioso per il 2018

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
27 mar 2018

Nel 2017, l’integrazione di Donna Karan e DKNY permette al gruppo statunitense G-III Apparel di mostrare una crescita del 18% rispetto al 2016. Il gruppo, proprietario di Vilebrequin, Andrew Marc, Marc New York, Eliza J e Jessica Howard, che produce e distribuisce alcune linee di Calvin Klein e Tommy Hilfiger e che possiede la licenza di Karl Lagerfeld negli USA, ha aggiunto 230 milioni di dollari (185,4 milioni di euro) al proprio fatturato nell’esercizio chiuso a fine gennaio con i due marchi comprati a LVMH al termine del 2016.

DKNY e Donna Karan hanno apportato 230 milioni di dollari all'attività del gruppo statunitense nell'esercizio 2017-18 - DKNY


Alla fine dell’anno fiscale, il gruppo registra un fatturato globale di 2,81 miliardi di dollari (2,26 miliardi di euro), contro i 2,39 miliardi (1,93 miliardi di euro) di un anno prima. La sua crescita senza considerare DKNY e Donna Karan è dell’8%.
 
“Abbiamo terminato l’esercizio con il business di Calvin Klein che ha varcato la soglia del miliardo di dollari e ottenendo belle prestazioni in tutte le categorie”, spiega Maurice Goldfarb, il CEO, parlando agli analisti finanziari. “Abbiamo più che raddoppiato le vendite di prodotti Tommy Hilfiger, a 275 milioni di dollari (221,7 milioni di euro). E abbiamo raddoppiato le vendite di prodotti a marchio Karl Lagerfeld Paris”.

Il gruppo spiega anche di aver registrato una crescita attorno al 5% sul mercato americano e in doppia cifra al di fuori degli Stati Uniti per Vilebrequin. Il marchio di swimwear ha aperto uno store in un hotel di lusso a Sanya City e punta a realizzare cinque inaugurazioni di negozi quest’anno.
 
Per quanto riguarda i punti vendita, il gruppo spiega che rivedrà la composizione della sua rete tra i diversi marchi. Dato quindi che la dinamica retail dei brand G.H. Bass e Wilsons è in ribasso, il gruppo ha convertito otto loro negozi in store di Karl Lagerfeld e altri cinque li ha fatti diventare ad insegna DKNY.
 
Al termine dell’esercizio, il gruppo ha visto passare i suoi risultati operativi da 93 a 154 milioni di dollari (tra i 75 e i 124 milioni di euro). E l’utile netto salire da 52 a 62 milioni di dollari (tra i 41,9 e i 50 milioni di euro).
 
Per il 2019, il gruppo americano, che intende fare affidamento sulla crescita d’importanza delle nuove linee DKNY e sullo sviluppo in Cina tramite la propria joint venture, che sarà attiva dal secondo semestre, punta su un fatturato di 2,94 miliardi di dollari (2,37 miliardi di euro), per una crescita del 4%. Il management punta ad ottenere un utile netto compreso tra i 101 e i 106 milioni di dollari (tra gli 81,4 e gli 85,4 milioni di euro).

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