19 ott 2016
Fulgar: la poliammide tra le fibre più ecologiche
19 ott 2016
Fulgar, società italiana tra i principali produttori di nylon e filati ricoperti a livello europeo, da 37 anni specializzata nella produzione di poliammide 6,6, conferma il proprio impegno verso la sostenibilità affidando la valutazione d’impatto ambientale dell’intero processo produttivo al metodo scientifico "LCA - Life Cycle Assessment", che consente di evidenziare l’entità dell’impatto generato a seguito dei rilasci nell’ambiente e del consumo di risorse.
La decisione dell’azienda è solo l’ultimo step di un percorso rivolto all’eco-efficienza che, nel corso degli anni, si è concretizzato nel rinnovo tecnologico degli impianti di produzione, nella costruzione di nuove aree e nella ricerca di materiali e di nuove soluzioni di processo.
L’analisi ha preso in esame le fasi di produzione di tre prodotti specifici: il filato Fulgar Nylon 6,6, fibra ottenuta attraverso il ciclo produttivo standard, e i due filati che rappresentano più di ogni altro l’innovazione e la ricerca tessile dell’azienda: Q-Nova ed Evo.
I risultati ottenuti dall’analisi dei tre prodotti, comparati con altre fibre e filati, hanno evidenziato come il cotone risulti essere altamente inquinante, con percentuali di impatto tra il 60% e l’80% superiori rispetto ad altre categorie di fibre e filati, a causa degli elevatissimi consumi di acqua legati alla fase di coltivazione. Seguono poi poliestere, viscosa e fibra acrilica, mentre una delle fibre più ecofriendly risulta essere proprio la poliammide.
L’analisi del ciclo di vita dei prodotti Fulgar ha dimostrato che il polimero con l’impatto ambientale più basso è Q-Nova per tutte le categorie d’impatto e per i consumi di risorse considerati: Q-Nova, la cui produzione è caratterizzata da un sistema di riciclo meccanico e non chimico con una filiera a km zero, ha infatti un impatto bassissimo in termini di emissioni di CO².
In termini di consumi di acqua, inoltre, se per produrre 1 kg di cotone, uno dei materiali più utilizzati nel settore dell’abbigliamento, sono necessari da un minimo di 7000 litri a un massimo di 29.000 litri, il filato Q-Nova permette di risparmiare quasi la totalità (99,9%) di acqua.
“Oggi più che mai la competitività di un’azienda si misura sulla ‘Reputation’, una complessa alchimia di fattori dove gli aspetti etici, come la sostenibilità ambientale, hanno sempre maggiore importanza. Il consumatore contemporaneo è consapevole e informato e desidera orientare le proprie scelte d’acquisto verso prodotti ritenuti “puliti” in ogni aspetto del loro ciclo di vita”, ha dichiarato Alan Garosi, Marketing Manager di Fulgar. “Il lavoro di raccolta dati ed analisi di tutte le fasi di vita del prodotto che caratterizza lo studio 'LCA – Life Cycle Assessment' non solo ci permette di interpretare e migliorare la nostra strategia, sia in termini ambientali che di performance produttive, ma ci offre anche la possibilità di dare ai brand finali e alle grandi catene distributive una visione chiara e precisa di quale sia l’impatto ambientale dei nostri filati”.
Grazie al proprio impegno nei confronti dell’ambiente, Fulgar, che conta oggi impianti in tutto il mondo, due sedi produttive estere in Sri Lanka e Serbia e più di 1.000 dipendenti, dal 2008 al 2014 ha ridotto l’emissione di CO² del 12,45% ed è arrivata a riciclare il 64% dei materiali utilizzati nel processo produttivo.
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