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Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
2 mag 2018
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Franco Penè (Onward Luxury Group): "Cina e millennials trainano il mercato del lusso"

Versione italiana di
Laura Galbiati
Pubblicato il
2 mag 2018

Da 24 anni alla guida di Onward Luxury Group (OLG), Franco Penè, 65 anni, ha fatto il punto con FashionNetwork.com, mentre si appresta ad andare in pensione e a lasciare il posto a Takehiro Shiraishi, l’attuale Direttore Generale della griffe inglese Joseph (entrata in Onward nel 2005, ndr). La società di moda italo-giapponese, che in origine si chiamava Gibò, detiene i brand Jil Sander, Moreau e Charlotte Olympia. Inoltre, produce e distribuisce le collezioni di abbigliamento e calzature di numerosi marchi ed è in procinto di lanciare nuovi progetti.

Franco Penè - DR


FashionNetwork.com: Da un anno avete messo Lucie e Luke Meier alla guida di Jil Sander, quali sono i primi risultati?

Franco Pené: I riscontri sono eccellenti! Dall’arrivo del duo alla direzione artistica, abbiamo registrato una crescita di fatturato a doppia cifra. Il business è in rialzo sia nel canale wholesale sia nel retail, anche in Giappone, dove Jil Sander conta una decina di boutique. Stiamo lavorando sul rinnovamento dei negozi e su nuove aperture, in particolare a Tokyo.

FNW: Tra la partenza di Raf Simons e l’arrivo di Lucie e Luke Meier, non è stato facile rilanciare il marchio…

FP: È da quando la fondatrice Jil Sander l’ha venduto che il brand fatica a trovare la propria identità. Mi sembra che noi oggi ci siamo riusciti. È storicamente una griffe di abbigliamento, in cui gli accessori verranno sviluppati perché abbiano un’incidenza significativa sul business.
 
FNW: Nell’ambito di questa nomina, OLG è entrata nel capitale di OAMC, il marchio co-fondato da Luke Meier e Arnaud Faeh, perchè?
 
FP: Crediamo nel talento di Luke e Lucia. Da un lato, abbiamo preso una partecipazione minoritaria di OAMC, dall’altro abbiamo preso in mano lo sviluppo della collezione producendola in licenza. Pensiamo che sostenere OAMC sia utile al progetto nella sua globalità, è sinergico rispetto a Jil Sander. Il brand era già prodotto in Italia e la coppia è sempre stata a Milano, dove vive.
 
FNW: Siete in negoziazione con Interparfums per riprendere in licenza il prêt-à-porter uomo di Rochas. A che punto siete?
 
FP: Siamo ancora allo stadio delle discussioni e delle valutazioni, un eventuale progetto non vedrà la luce prima del 2019. Per il momento non è stato nominato alcun direttore creativo. In ogni caso, se faremo l’uomo, sarà nel quadro di un progetto in sinergia con la donna, di cui guidiamo le collezione di prêt-à-porter dal suo rilancio, dopo la partenza di Olivier Theyskens nel 2006.
 
FNW: Avete appena acquisito il brand di calzature Charlotte Olympia. Quali sono i progetti?

FP: L’obiettivo per il momento è di integrare il marchio, i cui uffici restano a Londra, all’interno delle attività del nostro gruppo, mettendo a disposizione i nostri showroom. Negli Stati Uniti è stata chiusa la società che gestiva le boutique del brand a livello locale; è stata messa in liquidazione perché il retail è in forte sofferenza in questo mercato.
 
FNW: Qual è il vostro modello di business?
 
FP: Ci dividiamo tra le attività in licenza e i brand di proprietà. Joseph è un caso a parte, perché la label è detenuta direttamente da Onward e le boutique gestite dalla nostra casa madre giapponese. Noi ci occupiamo delle borse e delle calzature di Joseph e debutteremo con l’abbigliamento. Onward Luxury Group ha la sua unicità nelle sue strutture industriali, nel concetto di design, nel savoir-faire nell’abbigliamento, nelle maglie, nelle borse e nelle scarpe. Più di 1.500 persone lavorano per noi oggi. Ci auguriamo di mantenere il nostro percorso di crescita.
 
FNW: Quali sono i vostri marchi di proprietà?
 
FP: Abbiamo iniziato con le licenze, poi abbiamo costruito il nostro portfolio di brand con Jil Sander e, per completare il segmento accessori, le calzature Charlotte Olympia e le borse Moreau, che abbiamo acquisito 10 anni fa. Abbiamo aperto una boutique a Parigi, in rue du Faubourg Saint-Honoré, poi a Londra e infine a San Francisco in franchising. La produzione è in Francia, perché vogliamo mantenere la sua identità francese. Questo brand sta crescendo, ma non vogliamo spingere troppo sull’acceleratore.
 
FNW: E per quanto riguarda le licenze?
 
FP: Per le calzature abbiamo in licenza Rochas, Mulberry, OAMC, See by Chloé, Nina Ricci e Proenza Schouler. Per l’abbigliamento, le licenze sono Rochas, Mulberry, OAMC e Michael Kors. Quest’ultima è una licenza storica per noi, ma a partire dal 2019 ci occuperemo solo della produzione, perché il gruppo ha deciso di riprendere la gestione della distribuzione. Inoltre, con l’autunno/inverno 2018-19 terminerà la licenza con Stefano Berardi, che ha deciso di gestire il business direttamente.
 
FNW: Come compenserete questa perdita?
 
FP: Annunceremo a breve un nuovo progetto; puntiamo su nomi nuovi e brand emergenti. Questa è sempre stata una caratteristica della nostra azienda. Ma non posso svelare altro per il momento.
 
FNW: Cosa pensa del mercato del lusso oggi?
 
FP: Dal punto di vista della produzione, l’Italia resta il Paese di riferimento. Per tutto il resto, il mercato è molto disomogeneo. Alcune griffe hanno risultati da record, altre sono in difficoltà. Siamo in un sistema di vasi comunicanti con zone in forte crescita e altre che stagnano. L’Occidente resta problematico e cresce solo grazie ai turisti. Più si va verso est e verso l’Oriente, più i mercati sono in rialzo.
 
FNW: Quali sono i segreti per avere successo?
 
FP: Per prosperare nel mercato attuale, bisogna raggiungere due obiettivi: il fronte asiatico, e soprattutto la Cina, il Paese con il più grande potenziale di crescita, e i millennials. Questi due fenomeni traino il mercato del lusso in questo momento. Gli attori che non riusciranno a intercettare questi due trend sono destinati a soffrire. Da cui la sempre maggior influenza dello streetwear nel lusso, per sedurre la clientela più giovane.

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