Franco Penè (Onward Luxury Group): "Cina e millennials trainano il mercato del lusso"
Da 24 anni alla guida di Onward Luxury Group (OLG), Franco Penè, 65 anni, ha fatto il punto con FashionNetwork.com, mentre si appresta ad andare in pensione e a lasciare il posto a Takehiro Shiraishi, l’attuale Direttore Generale della griffe inglese Joseph (entrata in Onward nel 2005, ndr). La società di moda italo-giapponese, che in origine si chiamava Gibò, detiene i brand Jil Sander, Moreau e Charlotte Olympia. Inoltre, produce e distribuisce le collezioni di abbigliamento e calzature di numerosi marchi ed è in procinto di lanciare nuovi progetti.
FashionNetwork.com: Da un anno avete messo Lucie e Luke Meier alla guida di Jil Sander, quali sono i primi risultati?
Franco Pené: I riscontri sono eccellenti! Dall’arrivo del duo alla direzione artistica, abbiamo registrato una crescita di fatturato a doppia cifra. Il business è in rialzo sia nel canale wholesale sia nel retail, anche in Giappone, dove Jil Sander conta una decina di boutique. Stiamo lavorando sul rinnovamento dei negozi e su nuove aperture, in particolare a Tokyo.
FNW: Tra la partenza di Raf Simons e l’arrivo di Lucie e Luke Meier, non è stato facile rilanciare il marchio…
FP: È da quando la fondatrice Jil Sander l’ha venduto che il brand fatica a trovare la propria identità. Mi sembra che noi oggi ci siamo riusciti. È storicamente una griffe di abbigliamento, in cui gli accessori verranno sviluppati perché abbiano un’incidenza significativa sul business.
FNW: Nell’ambito di questa nomina, OLG è entrata nel capitale di OAMC, il marchio co-fondato da Luke Meier e Arnaud Faeh, perchè?
FP: Crediamo nel talento di Luke e Lucia. Da un lato, abbiamo preso una partecipazione minoritaria di OAMC, dall’altro abbiamo preso in mano lo sviluppo della collezione producendola in licenza. Pensiamo che sostenere OAMC sia utile al progetto nella sua globalità, è sinergico rispetto a Jil Sander. Il brand era già prodotto in Italia e la coppia è sempre stata a Milano, dove vive.
FNW: Siete in negoziazione con Interparfums per riprendere in licenza il prêt-à-porter uomo di Rochas. A che punto siete?
FP: Siamo ancora allo stadio delle discussioni e delle valutazioni, un eventuale progetto non vedrà la luce prima del 2019. Per il momento non è stato nominato alcun direttore creativo. In ogni caso, se faremo l’uomo, sarà nel quadro di un progetto in sinergia con la donna, di cui guidiamo le collezione di prêt-à-porter dal suo rilancio, dopo la partenza di Olivier Theyskens nel 2006.
FNW: Avete appena acquisito il brand di calzature Charlotte Olympia. Quali sono i progetti?
FP: L’obiettivo per il momento è di integrare il marchio, i cui uffici restano a Londra, all’interno delle attività del nostro gruppo, mettendo a disposizione i nostri showroom. Negli Stati Uniti è stata chiusa la società che gestiva le boutique del brand a livello locale; è stata messa in liquidazione perché il retail è in forte sofferenza in questo mercato.
FNW: Qual è il vostro modello di business?
FP: Ci dividiamo tra le attività in licenza e i brand di proprietà. Joseph è un caso a parte, perché la label è detenuta direttamente da Onward e le boutique gestite dalla nostra casa madre giapponese. Noi ci occupiamo delle borse e delle calzature di Joseph e debutteremo con l’abbigliamento. Onward Luxury Group ha la sua unicità nelle sue strutture industriali, nel concetto di design, nel savoir-faire nell’abbigliamento, nelle maglie, nelle borse e nelle scarpe. Più di 1.500 persone lavorano per noi oggi. Ci auguriamo di mantenere il nostro percorso di crescita.
FNW: Quali sono i vostri marchi di proprietà?
FP: Abbiamo iniziato con le licenze, poi abbiamo costruito il nostro portfolio di brand con Jil Sander e, per completare il segmento accessori, le calzature Charlotte Olympia e le borse Moreau, che abbiamo acquisito 10 anni fa. Abbiamo aperto una boutique a Parigi, in rue du Faubourg Saint-Honoré, poi a Londra e infine a San Francisco in franchising. La produzione è in Francia, perché vogliamo mantenere la sua identità francese. Questo brand sta crescendo, ma non vogliamo spingere troppo sull’acceleratore.
FNW: E per quanto riguarda le licenze?
FP: Per le calzature abbiamo in licenza Rochas, Mulberry, OAMC, See by Chloé, Nina Ricci e Proenza Schouler. Per l’abbigliamento, le licenze sono Rochas, Mulberry, OAMC e Michael Kors. Quest’ultima è una licenza storica per noi, ma a partire dal 2019 ci occuperemo solo della produzione, perché il gruppo ha deciso di riprendere la gestione della distribuzione. Inoltre, con l’autunno/inverno 2018-19 terminerà la licenza con Stefano Berardi, che ha deciso di gestire il business direttamente.
FNW: Come compenserete questa perdita?
FP: Annunceremo a breve un nuovo progetto; puntiamo su nomi nuovi e brand emergenti. Questa è sempre stata una caratteristica della nostra azienda. Ma non posso svelare altro per il momento.
FNW: Cosa pensa del mercato del lusso oggi?
FP: Dal punto di vista della produzione, l’Italia resta il Paese di riferimento. Per tutto il resto, il mercato è molto disomogeneo. Alcune griffe hanno risultati da record, altre sono in difficoltà. Siamo in un sistema di vasi comunicanti con zone in forte crescita e altre che stagnano. L’Occidente resta problematico e cresce solo grazie ai turisti. Più si va verso est e verso l’Oriente, più i mercati sono in rialzo.
FNW: Quali sono i segreti per avere successo?
FP: Per prosperare nel mercato attuale, bisogna raggiungere due obiettivi: il fronte asiatico, e soprattutto la Cina, il Paese con il più grande potenziale di crescita, e i millennials. Questi due fenomeni traino il mercato del lusso in questo momento. Gli attori che non riusciranno a intercettare questi due trend sono destinati a soffrire. Da cui la sempre maggior influenza dello streetwear nel lusso, per sedurre la clientela più giovane.
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