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Adnkronos
Pubblicato il
16 feb 2011
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Fismo-Confesercenti, gusto italiani sempre più personale ma spesa per moda in calo dal 2008

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Adnkronos
Pubblicato il
16 feb 2011

Una moda sempre più personale nei guardaroba degli italiani, che non rinunciano ad esprimere un proprio stile nel vestire, anche in tempi di crisi. E' uno dei risultati che emergono dall'indagine Fismo-Confesercenti e Swg presentata oggi al premio Moda 2010 a Roma, che è stato conferito alla azienda Salvatore Ferragamo, mentre l'anno scorso era stato premiato Brioni.


Salvatore Ferragamo tra le forme in legno delle sue clienti VIP

Se la maggioranza del campione riflette l'opinione comune che moda equivale a un modo per portare le persone a spendere, più di un italiano su tre pensa che la moda sia un'abitudine creativa e leggera per inserire novità nel guardaroba. Solo il 9% del campione la ritiene un obbligo, una costrizione e un 5% un 'must' che non si può non seguire.

Chi segue di più la moda? Secondo il campione del sondaggio, guidano la classifica i giovani (35%), poi le persone abbienti (32%), poi le donne (21%) e fanalino di coda gli uomini con un misero 2%. Se la domanda riguarda i comportamenti di ognuno, allora le risposte cambiano: un italiano su due afferma che ha un suo stile personale. Il 23% dichiara di avere almeno un capo alla moda, il 7% cerca di rinnovare sempre il suo guardaroba. Ma un italiano su cinque è assai più sbrigativo: mette quello che gli capita.


Una recente creazione Ferragamo

Nel corso dell'evento, è intervenuto il direttore di Confesercenti, Mario Busoni, che ha ricordato come il settore della moda sia fondamentale per il nostro modello economico, ma "è un settore d'eccellenza molto osannato, ma poco sostenuto". Come nel turismo o in altri settori, ha detto "siamo campioni nel sottovalutare grandi opportunità di crescita economica, imprenditoriale e occupazionale". Busoni ha poi ricordato le polemiche sui saldi e le richieste di anticipo della stagione. "Si dimentica - ha detto - che, senza la normale vendita, si finisce per favorire indirettamente la criminalità organizzata che mette sul mercato, come si sa, merce contraffatta, inadeguata. Ecco perché resta fondamentale la battaglia contro la contraffazione, il sommerso: la qualità va tutelata così come va tutelata, l'eccellenza dell'abbigliamento italiano, che non è composta solo dalle grandi firme presenti sul mercato internazionale, ma anche dalla produzione e commercializzazione di tante pmi". Tra le istanze necessarie per le piccole e medie imprese, Busoni ha parlato di semplificazione burocratica, riduzione della pressione fiscale sotto il 40% in 4 anni e sfoltimento del numero abnorme di adempimenti tributari.

Per Roberto Manzoni, presidente della Fismo-Confesercenti, non va invece trascurato "il ruolo delle vetrine dei negozi per la crescita e lo sviluppo della moda italiana". I negozi danno un forte contributo,ha rimarcato, "come palestra, esperienza, promozione, prestigio a marchi e stilisti che sono il punto di forza del nostro made in Italy". Due, secondo Manzoni, i nodi di questo periodo: consumi e saldi. "Nelle ultime quattro stagioni 2008-2011 - ha dichiarato - la quota di spesa per abbigliamento è scesa dal 9% al 7%. Fismo proporrà alle case di moda una nuova fase di 'cogestione' dei saldi facendo diventare gli esercizi specializzati i punti di riferimento qualificati e privilegiati".

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