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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
22 feb 2018
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Fendi lavora sulle spalle squadrate e i motivi a diamante

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
22 feb 2018

Una silhouette nuova e diversa e il motivo a diamante hanno ispirato l’ultima, elegante collezione di Fendi, nella sfilata che ha testimoniato il passaggio di potere esecutivo avvenuto all’interno della firma romana.

Fendi - Autunno-Inverno 2018/19 - Womenswear - Milano - Pixelformula


Il profilo della silhouette femminile per l’autunno-inverno 2018/19 secondo Lagerfeld è tagliato in modo rigoroso ma rilassato, con spalle sottili e leggere. Un promemoria del fatto che anche nei suoi 80 anni d’età Karl Lagerfeld ha ancora moltissime idee di design innovative tra le frecce del proprio arco.
 
Un programma ricco di motivi a diamante (sia declinati come stampe che come lavorazioni), con pannelli d’argento a parallelogrammi che recavano impressa la lettera F in un logo circolare, la stessa immagine riprodotta sulle pareti di questo affollatissimo défilé organizzato all’interno dello showroom di Fendi in Via Solari. Con l’attuale e il futuro CEO di Fendi, rispettivamente Pietro Beccari e Serge Brunschwig, che assistevano con ammirazione all’evento seduti in prima fila.

Trench a quadretti Principe di Galles tagliati magnificamente, gonne a matita e giubbotti imbottiti hanno aperto la sfilata, seguiti da impermeabili pieni di loghi (Lagerfeld ha bene in mente che la logomania è di nuovo trendy) e vestiti di maglia confezionati in modo netto e accurato che arrivavano appena sotto il ginocchio. Tutto realizzato con spalle tagliate in maniera sottile e precisa, spesso rifinite con tagli orizzontali trasparenti. E poi giacche con grandi colletti.
 
“Il mio punto di partenza è stata la spalla, tagliata in maniera impeccabile con un nuovo tipo di volume. Spezzata con l’ausilio di una cintura incrociata, o messa in evidenza da una borsa a tracolla. Il nuovo risvolto ha la forma di una farfalla, e il profilo è tagliato in questo modo”, ha detto l'ormai permanentemente barbuto Lagerfeld mentre avvicinava la mano destra alla parte superiore del petto.
 
“E non somigliano per niente alle spallone imbottite degli anni ‘80”, ha insistito il couturier tedesco.
 
Lati plissettati per dare volume e movimento, ed evitare così che qualcosa possa sembrare troppo pesante. Una gran quantità di cappotti di visone all’ultimo grido, con i loghi della doppia F o tagliati con motivi a diamante; e maglioni, sempre di visone, con la scritta Fendi Roma. Architettonico, ma in un certo senso molto easy
 
Notevole la nuova mini tote bag con la doppia F, così come alcuni stivali da cowboy un po’ dandy con doppio tacco cubano, pronti per essere un sicuro successo commerciale.
 
Sebbene Fendi abbia la sede a Roma, Lagerfeld ha creato gli schizzi per la linea dalla sua residenza parigina. Karl si reca molte volte nel quartier generale di Roma per le prove dei vestiti, e non possiede più un appartamento nella Città Eterna. Frequentemente si collega in videoconferenza con il suo team stilistico nella Capitale, rimanendo a casa sua a Parigi.
 
“Non so da dove mi sia arrivata l’ispirazione. All'improvviso queste cose appaiono sulla carta e io non so da dove provengano. Lavoro molto quando dormo e ho un blocco e vari fogli di carta accanto al mio cuscino quando mi sveglio per disegnare. Perché se non lo faccio subito, non ricorderei niente il mattino successivo!”, ha riso Lagerfeld, pèrima di abbracciare il nuovo CEO di Fendi, Serge Brunschwig, nella sua tana privata nel backstage.
 
“Non male; No?”, ha ridacchiato Brunschwig ironicamente, raggiante per il suo nuovo incarico. Il manager concluderà l’impegno per il suo attuale lavoro (Managing Director di Dior Homme) alla fine di febbraio.
 
Nel mezzo di una conversazione poliglotta in tedesco, francese, inglese e italiano, il dialogo si è spostato sulla politica, da Angela Merkel nella sua patria a Berlusconi in Italia, dove ci saranno le elezioni politiche nazionali il 4 marzo.
 
“Berlusconi? La sua faccia sembra fatta al museo delle cere di Madame Tussaud. Non ci si crede! Ugh!”, ha sbuffato Lagerfeld.
 
Mentre era presa in un vortice di troupe televisive nel dietro le quinte, Silvia Fendi si è fermata un attimo per commentare: “Penso che questa collezione sia stato un bel modo per dare il benvenuto a Serge in azienda”.
 
Intanto, in piedi nel mezzo di un turbinio di fan, intento a sorseggiare prosecco, stava il predecessore di Brunschwig, Pietro Beccari, che ha portato Fendi a diventare un marchio da oltre un miliardo di euro di giro d’affari. Il manager italiano se ne va per diventare CEO di Christian Dior Couture, una società sorella di Fendi nel conglomerato di aziende di lusso rappresentato dal colosso LVMH, e si è fermato a riflettere: “Mi sento molto orgoglioso di lasciare questa grande casa di moda in uno stato di forma eccellente, dopo il formidabile show realizzato da Karl e Silvia”.

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