AFP
26 ago 2015
Estée Lauder vede calare del 10% l'utile netto
AFP
26 ago 2015
Il gruppo statunitense di profumi e cosmetici Estée Lauder ha visto calare l'utile netto annuo del 10%, a 1,089 miliardi di dollari, e ha reso noto di prevedere un utile per azione inferiore alle aspettative per il primo trimestre dell'esercizio in corso.
Secondo un comunicato finanziario pubblicato giorni fa sul proprio esercizio annuale 2015 scalato e completato in giugno, Estée Lauder ha ottenuto un calo del giro d'affari nell'anno pari al 2%, a 10,78 miliardi di dollari, al di sotto delle stime degli analisti, che si attendevano 10,83 miliardi di dollari.
Per i tre mesi in corso, Estée Lauder prevede di raggiungere un utile netto per azione compreso fra i 75 e i 78 centesimi, al di sotto delle aspettative, che erano di 81 centesimi. Sulla totalità dell'esercizio, il gruppo si aspetta comunque di veder crescere il fatturato dal 6 all'8% a divise costanti, con una progressione in doppia cifra dell'utile per azione, che dovrebbe essere tra i 3,10 e i 3,17 dollari, situandosi quindi al di sotto delle aspettative di 3,28 dollari.
Nel corso dell'ultimo anno, l'utile per azione ha raggiunto i 2,82 dollari, al di sopra delle aspettative che erano di 2,78 dollari. Solo nel 4° trimestre, è stato di 40 centesimi per azione, su aspettative di 34 centesimi.
Nel 4° trimestre, il fatturato è diminuito del 7,4%, a 2,524 miliardi di dollari, e l'utile netto del 40%, à 153,8 milioni di dollari.
Il gruppo ha tuttavia precisato che la comparazione sull'anno è falsata dal fatto che che nel quarto trimestre del 2014 alcuni dei dettaglianti più importanti avevano effettuato degli ordini in anticipo, i quali altrimenti sarebbero stati a carico del primo trimestre 2015. Senza questa incidenza, le vendite sarebbero cresciute del 7% nell'ultimo trimestre.
Per settore, i prodotti per la cura per la pelle hanno visto calare le vendite sull'anno del 6%, quelle dei prodotti per il trucco sono cresciute del 2%, i profumi sono calati dell'1%, i prodotti per capelli hanno visto aumentare le vendite del 3% e gli altri prodotti del 4%.
Per zona geografica, gli Stati Uniti hanno visto calare le vendite dell'1%, l'Europa/Medio Oriente/Africa del 2%, e l'Asia-Pacifico del 2%.
Il CEO del gruppo, Fabrizio Freda, nel corso di una conferenza telefonica con gli analisti finanziari, ha comunque sottolineato che i mercati emergenti, ad esclusione della Cina, rappresentano ora il 14% del fatturato e che in essi la crescita delle vendite è stata del 26%, soprattutto in Brasile, Russia e Turchia, e inoltre del 6% proprio in Cina. Tuttavia, Freda ha indicato che le variazioni nei corsi delle valute hanno creato delle modifiche nelle abitudini d'acquisto.
Le vendite hanno anche sofferto della prolungata debolezza dell'economia a Hong Kong, che ha fatto diminuire le spese sostenute dai turisti cinesi con redditi alti, ma anche del rallentamento della crescita nella Cina Continentale, che ha comportato un calo delle visite sull'isola di Macao. «C'è stato anche un minor numero di turisti ad alto reddito di Cina, Brasile e Russia che hanno viaggiato», ha detto Freda.
Versione italiana di Gianluca Bolelli; fonte: AFP
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