Ermenegildo Zegna: il bello, fra natura e neve, nella nuova ala della Bocconi
Nessuno riesce a coniugare la moda e l’architettura in maniera così armoniosa come gli italiani. E pochi italiani riescono a far sembrare facile ottenere questa connessione come Alessandro Sartori, la cui audace nuova collezione di ready to wear maschile dell’Autunno-Inverno 2018 per Ermenegildo Zegna sembrava disegnata contemporaneamente all'ambientazione di questo show.
La location era l’ala appena costruita della più famosa scuola economica italiana, l’Università Luigi Bocconi. Sin dall’apprizione del primo economista della storia, il parsimonioso scozzese Adam Smith, l'economia è stata chiamata la scienza triste. Ma non c'è stato nulla di triste in questi opulenti abiti architettonici, e nemmeno è presente in questo edificio minimalista dagli accenti brutalisti, creato dal brillante studio di architettura irlandese Grafton Architects, grazie alla coppia di designer Yvonne Farrell e Shelley McNamara.
Per la costruzione della struttura sono stati utilizzati classici elementi del Modernismo italiano in pietra e cemento armato, anche se lo studio Grafton ha sovvertito questo linguaggio visivo con degli incisivi motivi grafici patchwork in vetro. Perfino il nome dell’edificio è stato scritto in caratteri alti un metro incisi sul lato inferiore di un arco in cemento armato.
Questo mix di austerità ed opulenza era richiamato sulla passerella, un auditorium interno allestito come una scena invernale, nel quale neve finta scendeva sugli invitati e i modellli spuntavano da una montagnetta innevata.
I giovani del cast indossavano abiti discreti in velluto a coste in varie sfumature di grigio, oppure cappotti scultorei in gabardina color fango tagliati con ampi risvolti – riecheggiando il profilo della struttura di questa area della Bocconi nuova di zecca. Anche se l’outfit di spicco è stato un elegante abito pied-de-poule bianco e nero in soffice alpaca mohair. Anche queste nuove giacche, tagliate in modo simile a dei doppio-petto semi avvolgenti, giocavano sui contorni dei livelli sovrapposti di questo edificio unico.
Sartori si è continuamente spostato avanti e indietro tra sartoria morbida e sportswear urbano – in particolare in alcuni fantastici giubbotti realizzati con maniche a contrasto ed inserti di pelle d’agnello, feltro di lana e pelle imbottita.
Lo stilista italiano ha inserito nella linea anche un importante fattore sartoriale presentando una spettacolare coppia di cappotti; da un soprabito blu navy rifinito con ricami di cristalli di neve rossi e oro a uno splendido cappotto-vestaglia in alpaca jacquard il cui taglio è stato curato da Oasi Zegna, la risorsa di tessuti di alta gamma dell’azienda, dove il tessuto viene tinto con foglie, erbe e radici.
“È una conversazione tra il naturale e il tecnico; elaborata per questo magnifico spazio in cemento”, ha detto Alessandro Sartori a FashionNetwork.com.
La sua ispirazione iniziale è stata lo svizzero tedesco Thomas Flechtner, che ha passato sette anni a preparare una serie unica di “foto fantastiche, immacolate e surreali” di paesaggi ghiacciati, ha precisato il designer. E, come sempre maestro dei dettagli fini e preziosi, Sartori ha coperto tantissimi stivali e zaini ergonomici con una tripla X in pelle goffrata, riecheggiando un motivo cucito a mano.
Unico appunto: il défilé ha un po’ sofferto della scelta di una lamentosa e funerea colonna sonora, anche se la musica non ha tolto nulla al valore di questa collezione davvero contemporanea, che ha ricordato lo speciale talento di Sartori nel saper reinventare il linguaggio della moda maschile. E continuare così una delle più grandi passioni degli stilisti italiani – l'incontro tra l’architettura e la creazione di abbigliamento fresco e di classe.
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