1 mar 2015
Erika Cavallini muove i primi passi sulle passerelle milanesi
1 mar 2015
Erika Cavallini brucia le tappe. Nato nel 2009, questo marchio di prêt-à-porter femminile interamente prodotto in Italia mostra una percentuale di crescita media del 40% all'anno e ha raggiunto un fatturato di 10 milioni di euro in 5 anni.
Autodefinendosi di “Semi Couture”, suo primo nome, il marchio apre il primo showroom a Milano nel 2011. Un anno più tardi, cambia denominazione acquisendo il nome della stilista fondatrice, Erika Cavallini, e cambia anche proprietà, diventando dei fondatori di Twin-Set, Tiziano Sgarbi e sua moglie Simona Barbieri, che ne acquistano il 75% delle quote attraverso la loro società Moda Gioielli.
Grazie all'apporto finanziario di questo partner, la label accelera il proprio sviluppo con le sue prime campagne pubblicitarie, prima in Italia e poi fuori, guadagnando così visibilità e accumulando 450 clienti multimarca, 250 dei quali all'estero, dove realizza il 45% del giro d'affari, soprattutto in Russia, Cina, Germania, Giappone, Corea, USA, ma anche in Francia, dove è distribuito per esempio da “Victoire” a Parigi e da “Ma Première Boutique” a Lione e Bordeaux.
In gennaio, il marchio italiano ha raggiunto un nuovo obiettivo aprendo la sua prima boutique monomarca in assoluto. Uno spazio di 70 metri quadri situato al numero 12 di Via Sant'Andrea, in pieno Quadrilatero del lusso a Milano. E non è tutto! Erika Cavallini sbarca in questa stagione sulle passerelle con la sua primissima sfilata a Milano, proprio il 1° marzo.
“Il défilé dovrebbe permetterci di definire meglio la nostra donna davanti ai buyer, i quali, al di là del prodotto, comprano anche una parte dell'immagine della collezione. E poi sfilano anche i nostri principali concorrenti. Non potevamo farne a meno”, spiega Andrea Vincenzi, il marito di Erika Cavallini, con la quale ha fondato il marchio a Crevalcore, cittadina a circa 20 km. da Bologna, Carpi e Modena, dove è prodotta gran parte della collezione, tranne i ricami, realizzati in Puglia, e le calzature, confezionate nelle Marche.
Nata in una famiglia di produttori specializzati nella maglieria, la stilista ha cominciato lavorando per altri marchi, prima di lanciarsi in solitario. “Tutto parte dalla qualità del tessuto. Noi ci riforniamo dai migliori tessutai d'Italia. E poniamo grande attenzione ai dettagli, alla manifattura e all'artigianalità”, prosegue l'imprenditore.
“L'idea è di fare una couture senza i prezzi della haute couture. Ci posizioniamo tra le prime linee e i marchi del lusso accessibile, in un segmento medium luxury premium”, conclude Vincenzi.
Dominique Muret (Versione italiana di Gianluca Bolelli)
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