Emporio Armani: più un “raduno” a sostegno della moda che una semplice sfilata
Giorgio Armani ha scelto l’aeroporto di Linate per la sua ultima sfilata Emporio, in onore di Milano, sua città adottiva. La collezione è stata presentata nell’ambito di un enorme evento, seguito da un concerto di Robbie Williams, la sera di giovedì 20 settembre, quando l’aria era piena di dolcezza.
La scritta “Boarding”, questo il titolo della sfilata, era affissa in tutto l’aeroporto e anche in centro città. Armani aveva già riempito tutte le vetrine della Rinascente con una selezione di prodotti Boarding, esposti sotto diverse parti della fusoliera di un aereo.
L’enorme logo bianco a forma di aquila di Emporio Armani, che sovrasta l’hangar principale dell’aeroporto di Linate, è un punto di riferimento per la città da un quarto di secolo, simbolo emblematico dello status di capitale della moda italiana che Milano può ben rivendicare. Anche se probabilmente i 2.500 invitati sono entrati nell’edificio per la prima volta.
All’interno, una pedana laccata di nero e quattro fosse, nelle quali si trovavano centinaia di fan che hanno vinto l’invito grazie a un concorso. Molti di loro indossavano t-shirt della capsule collection Boarding, in vendita dal 13 settembre.
Con un’elaborata messinscena, gli invitati dovevano presentare il loro biglietto al check-in, dove 40 assistenti italiani di bell’aspetto convalidavano la partenza.
La sfilata ha visto Giorgio Armani ripercorrere le diverse fasi di Emporio, probabilmente la linea dello stilista che ha conosciuto il successo più grande in tutta la storia della moda.
Una buona parte dello show è stata dedicata ai suoi “non colori” storici: cemento, blu mare délavé, lichene usurato e anche pasta non abbastanza cotta. Armani resta un maestro della couture e i suoi tailleur dai tagli languidi, i suoi pantaloni in lino a spina di pesce molto cool, e i suoi mini blazer erano favolosi sugli uomini.
Ma per la sera, ha esplorato in profondità le tonalità fluo caratteristiche di molti capi Emporio Armani negli ultimi tempi. Ha utilizzato nylon, lustrini e piume per creare una gamma di sexy abiti da sera per donne degne di un arcobaleno.
“Da quando ho messo per la prima volta il mio nome su questo edificio, ho sempre avuto in testa di farci una sfilata. Gli aeroporti sono simboli importanti, rappresentano un mondo senza frontiere ed è una cosa in cui io credo”, ha spiegato lo stilista.
Si è trattato principalmente di una dichiarazione d’amore di Giorgio Armani a Milano, dove è arrivato per la prima volta come studente di medicina, nel 1953. Uno schermo gigante mostrava un aereo di linea in procinto di decollare da Linate e sorvolare Milano, insieme al logo di Emporio. Dei begli italiani sorridenti e delle superbe immagini della città di notte, in particolare il Duomo illuminato, in tutto il suo splendore. Come colonna sonora: “What a wonderful world” di Louis Armstrong.
Sembrava quasi un meeting politico, con gli schermi che lampeggiavano, i logo, le grandi fosse piene di fan che applaudivano. Ma per il finale, Giorgio Armani ha fatto un saluto molto modesto, quasi nel buio totale. Si distinguevano a malapena i suoi capelli grigi e brillanti. Gli applausi, al contrario, erano assordanti.
I milanesi adorano questo stilista, senza alcun dubbio. Ed è logico. Nulla e nessuno hanno contribuito più di Giorgio Armani ha fatto conoscere la città come centro di eccellenza per la moda e la creatività.
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