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Pubblicato il
29 mar 2009
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Diadora fra rinegoziazione debito e cessione a fondi

Di
Reuters
Pubblicato il
29 mar 2009

MILANO, 27 marzo - Gli operatori di private equity specializzati in turnaround Orlando Italy e Atlantis Capital sono in corsa per l'acquisizione di Diadora, azienda di abbigliamento sportivo. E' quanto dicono due fonti vicine al dossier, aggiungendo che la società sta seguendo anche la strada della rinegoziazione del debito con le banche. "Sono in corsa Orlando e Atlantis", dice una fonte, aggiungendo che "non c'è un'esclusiva" e che il marchio potrebbe interessare a qualcun altro.


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Tamburi Investment Partners, nella persona del vice presidente e amministratore delegato Alessandra Gritti, ha un mandato per trovare la strada per il risanamento dell'azienda di Montebelluna (Treviso). Contestualmente, peraltro, Diadora e Tamburi stanno portando avanti una trattativa per rinegoziare il debito con le banche, che ammonta, a quanto afferma una delle fonti, "a poco meno di 80 milioni di euro".

I tempi sono molto stretti, in quanto l'azienda veneta "ha problemi di gestione finanziaria piuttosto seri", dice una fonte, "potrebbe non ottenere le lettere di credito" necessarie per l'attività ordinaria. Il management, guidato dall'Ad Enrico Mambelli, ex numero uno operativo di Gianfranco Ferrè, si sta muovendo sul doppio binario: rinegoziazione del debito e cessione del controllo. Grosso modo è la stessa situazione in cui si trova Saeco. Alcuni giorni or sono, Diadora ha diffuso un comunicato, firmato da Mambelli, per dire che il 2008 è stato chiuso con un fatturato stabile e confermare che Tamburi ha un mandato per "rinegoziare il debito dei prossimi tre anni".

Nella nota, l'azienda veneta anticipa il varo di "un piano industriale che passa attraverso una decisa riduzione dei costi, in generale, e, in particolare, attraverso la chiusura di antiche sponsorizzazioni sportive troppo onerose e non profittevoli", nonché "attraverso la cassa integrazione straordinaria in Italia per circa 50 addetti e una ulteriore riduzione, per un numero ancora in fase di definizione, del nostro personale di Seattle, Honk Kong, Manchester e Barcellona".

Diadora, secondo quanto riferiscono le fonti, ha un fatturato di 130-140 milioni di euro, comprese le royalties dei licenziatari, che pesano per meno di 10 milioni. L'azienda fattura 60-70 milioni di dollari in Brasile e ha diverse controllate all'estero, caratteristica che complica l'analisi da parte dei fondi interessati. Diadora è controllata, attraverso una catena di veicoli, dal marchese piemontese Gianluca Spinola, ex proprietario della Martini & Rossi.

Al momento, da quanto dicono le fonti, Atlantis sembra più avanti nell'analisi e maggiormente convinta delle prospettive di rilancio del marchio italiano rispetto a Orlando. Diadora è un marchio storico dell'abbigliamento sportivo, ma che, sottolinea una delle fonti, "è schiacciato fra i colossi che dominano il settore", ovvero Nike, Adidas e Puma. L'acquirente, dunque, dovrà "ritagliarsi una nicchia, trovare una strada per differenziare" il brand italiano dai big, che "tendono a uniformare i consumi".

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