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Adnkronos
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Pubblicato il
29 mar 2012
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Di Gravina (Articolo1): "Opportunità di lavoro per molti in Cina, soprattutto nel lusso"
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Lavorare in Cina? Un'opportunità alla portata di molti, purchè opportunamente preparati sulla cultura e sull'organizzazione del più grande Paese asiatico. Per questo Articolo1, agenzia per il lavoro, ha avviato il progetto 'Multicult', nato per aiutare le aziende e le risorse, interessate alla Cina, a incontrarsi e superare i gap culturali.
Domenico Di Gravina - Foto: Adnkronos |
"La Cina è un mercato enorme -dice a Labitalia Domenico Di Gravina, direttore generale di Articolo1- ma che richiede un approccio specifico: per questo, aiutiamo le aziende a misurare il gap culturale che eventualmente intercorre tra le loro richieste di competenze e di skill e la realtà cinese, e poi attraverso un adeguato percorso formativo del personale prescelto, che realizziamo a nostre spese in collaborazione con esperti sinologi, 'tariamo' il gap e lo eliminiamo".
L'esperienza di Articolo1 sarà presente al 'China Day' in programma a Milano all'Università Statale, dove i giovani interessati a un'esperienza di lavoro in Cina possono presentarsi e lasciare il curriculum. "Il 29 marzo -aggiunge Di Gravina- vogliamo comunicare a giovani soprattutto laureati che Articolo1 li può aiutare in questo percorso, formandoli anche se sono al primo impiego. E non sempre è necessario conoscere il cinese, spesso basta l'inglese".
A richiedere personale adeguatamente preparato per il mercato cinese ("Italiani disposti a lavorare in Cina o cinesi che vengono impiegati in Italia per attività rivolte a un target cinese", precisa Di Gravina) sono soprattutto "aziende del Luxury". "Le professionalità più ricercate, aggiunge Di Gravina, "sono quelle di store manager, di addetti alle vendite e di tecnici commerciali, perché la Cina è per le nostre imprese del fashion, della gioielleria, dell'oreficeria un grande mercato, anche per i cinesi che vengono in Italia a comprare".
Insomma, c'è spazio per lavori "di alto profilo -dice l'AD di Articolo1- e con varietà di impegno: ci sono aziende che richiedono la disponibilità di una permanenza in Asia di almeno 2-3 anni e altre -conclude- che chiedono di andare in Cina una volta al mese".
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