7 nov 2012
De Felice: si tornerà a crescere nel 2014
7 nov 2012
In occasione del Convegno organizzato da Pambianco a Milano, Gregorio de Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, ha analizzato la situazione macroeconomica internazionale, notando che l'economia mondiale non riesce per ora a tornare a ritmi di crescita elevati e che quasi tutti i Paesi avanzati subiscono ancora la serie di crisi finanziarie che li ha colpiti a partire dal 2007. "Quasi tutte le economie sono alle prese con problemi di sostenibilità del debito pubblico, ma soltanto l'Europa in questo momento li sta affrontando, forse anche con troppa decisione", ha precisato de Felice. "Le politiche di austerità fiscale continueranno a pesare sui ritmi di crescita nel 2013, in particolare nei Paesi periferici dell'unione monetaria. Per quelli emergenti, che continuano a crescere sostenuti dalla domanda interna, resta il problema della dipendenza dalle importazioni delle economie avanzate, che potrebbero causare un serio rallentamento qualora queste ricadessero in recessione".
Negli Stati Uniti la ripresa è la più lenta degli ultimi 70 anni, ma almeno l'economia è in espansione, con redditi e consumi che dovrebbero crescere del 2% all'anno, in volume, nel prossimo biennio. Elemento positivo: il mercato immobiliare ha svoltato e i prezzi delle case sono tornati a salire.
In Giappone, dopo un 1° semestre molto positivo, l'economia ha ripreso a rallentare nel secondo, dopo il rimbalzo post-terremoto e nel 2013 si attende una ripresa modesta, sia per il PIL, che per i consumi. La decisione di aumentare l'IVA sui prodotti giapponesi dal 5 al 10% potrebbe far scendere di molto il PIL.
La Cina, invece, ha vissuto in dieci anni una crescita del PIL pari al 10% e delle esportazioni pari al 19%, ma dei consumi pari al 7%. C'é una forte volontà di far nascere una classe media con maggiori potenzialità di acquisto, che dovrebbe diventare di 157 milioni di persone. Dal 2005 al 2011 si è assistito ad uno shift delle classi di reddito: oggi circa il 18% della popolazione rientra in una fascia superiore ai 100.000 yuan.
In Russia la crescita del PIL rimane su ritmi inferiori a quelli del quinquennio 2004-08, ma i consumi delle famiglie beneficiano degli aumenti di salari e pensioni e della discesa dell’inflazione. Per l’area euro, dopo la «recessione lieve» del 2012 (PIL in calo dello 0,4%) si attende una modesta ripresa nel 2013 (+0,3%). La svolta nella BCE (con il programma OMT) e l’avvio del fondo salva-Stati permanente costituiscono una valida rete di sicurezza di fronte a scenari «estremi». Tuttavia, la politica fiscale continuerà a frenare la crescita della domanda interna e l’allentamento delle tensioni finanziarie sarà graduale. I consumi nell’area euro avranno una dinamica meno favorevole rispetto al PIL: dopo il calo dell’1% registrato nel 2012, la spesa delle famiglie dovrebbe rimanere sostanzialmente stagnante. Rimarranno forti differenze geografiche all’interno dell’area.
L'Italia vede prospettive economiche profondamente influenzate dal necessario percorso di correzione dei conti pubblici. La situazione è particolarmente critica sul fronte dei consumi, ma la notizia positiva è che il peggio potrebbe essere alle spalle, "ci sono segnali deboli di un rallentamento della discesa", precisa de Felice, "ma miglioramenti significativi li attendiamo per fine 2013".
Il settore della moda italiana dovrebbe registrare a fine anno una perdita del fatturato del 3,5-4%, condizionato dalla domanda interna, mentre per una vera e propria ripresa si dovrà attendere il 2014, quando è prevista una crescita del 3,9%. Il 2013 vedrà una "sostanziale" stagnazione sui bassi livelli di quest'anno "mettendo a dura prova la tenuta anche finanziaria di molte imprese".
"Nel periodo gennaio-agosto di quest'anno", ha spiegato De Felice, "le imprese della moda italiana hanno registrato un calo del fatturato del 4,2% secondo le nostre stime, penalizzato soprattutto dal nuovo crollo del mercato interno (-10,5%). Il fatturato delle imprese del settore continua e continuerà anche nei prossimi anni ad essere sostenuto principalmente dal canale estero. Nei primi otto mesi del 2012 le esportazioni del settore sono cresciute a un tasso del 4,4%".
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