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8 lug 2009
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Cosmetica: crisi investe made in italy, nel 2009 crollano export e consumi

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Adnkronos
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8 lug 2009

Milano, 7 lug. (Adnkronos Salute) - Non ce l'ha fatta. Neanche il settore dei cosmetici made in Italy è riuscito a resistere all'onda lunga della crisi economica mondiale. E per la prima volta nel 2009 ha dovuto arrendersi a risultati semestrali e previsioni di fine anno con il segno meno.



Calano i consumi del Belpaese: si prevede una contrazione del giro d'affari sul mercato interno pari all'1,9%, con conseguente discesa sotto la soglia dei 6 mld raggiunta nel 2008. Ma crollano soprattutto le esportazioni: -4,5% con un valore intorno ai 2,2 miliardi di euro. Un dato negativo - su cui pesano le tensioni sui prezzi e la caduta dei consumi, soprattutto negli States - bilanciato però dal calo atteso del 4,2% nelle importazioni che dovrebbe portare il saldo commerciale del settore a +700 milioni di euro a fine 2009.

Risultato: la cosmetica made in Italy si prepara a un calo del 2,5% nel fatturato che, secondo le previsioni, sarà di 8,1 miliardi di euro. E' il quadro che emerge dall'indagine congiunturale del Centro studi e cultura d'impresa di Unipro (l'unione delle imprese comsetiche italiane), presentata oggi a Milano.

Prima battuta d'arresto per gli imprenditori della bellezza e del benessere. "Non è bastato il valore 'consolatorio' dei cosmetici a impedire la frenata dei consumi. E' vero che si parla di abitudini quotidiane consolidate, ma la gente è più attenta a spendere anche quando si tratta di prodotti per la cura del corpo - riflette il presidente di Unipro Fabio Franchina - e le difficoltà generali non potevano non avere riflessi anche sul nostro settore".

Baluardo della cosmetica si rivelano le farmacie dove le vendite registrano un altro scatto in avanti: +3,5% l'aumento atteso nel secondo semestre 2009 (3% quello totalizzato nel primo semestre) per un mercato che vale 1,4 miliardi di euro. Ma la crisi non intacca neanche le erboristerie, premiate dalla voglia di 'bio' che conquista l'Italia: le vendite di questo canale registrano un aumento del 2% nel primo semestre con la previsione di un +2,5% nella seconda parte dell'anno e un valore intorno ai 330 milioni di euro.

Stangata per i canali professionali, che lasciano prevedere cali di fatturato fino al 6,9%. In particolare sembra che gli italiani snobbino i saloni di acconciatura. E' loro la performance peggiore: -7,1% nel primo semestre con un calo del 5,5% atteso nel secondo semestre. Il valore del mercato nel 2009 non supererà i 690 milioni.

Seguono a ruota i centri estetici, con una contrazione del 4% nei primi 6 mesi e del 3,5% prevista nel secondo semestre, per un valore di meno di 200 milioni di euro. Male le profumerie, nonostante siano il secondo mercato dopo la grande distribuzione, con un business di oltre 2,3 miliardi di euro: i consumi calano del 3% nel primo semestre e del 2,2% a fine anno. Di contro i prezzi registrano un aumento del 5,7%.

Naviga a vista la grande distribuzione con un'oscillazione dei consumi che vanno dal -0,5% del primo semestre al +0,5% atteso nel secondo. Il canale, complice forse la crisi, registra un aumento delle vendite nei discount e continua a fare la parte del leone, coprendo il 40% del mercato cosmetico nazionale con un valore che nel 2009 supererà i 3,6 miliardi.

A preoccupare Unipro è infine l'andamento delle aziende che producono in conto terzi: a un primo semestre buio (-5%) segue una previsione negativa anche per la seconda parte dell'anno (-4%). "Il settore - spiega Franchina - tradizionalmente anticipa le tendenze della domanda finale e quest'anno sta soffrendo soprattutto il calo di ordini dall'Italia".

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