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26 giu 2014
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Cosmetica Italia: cosmesi green, etica e animalista, la più amata al mondo

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Ansa
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26 giu 2014

Prodotti di bellezza irresistibili per le italiane se green, a lunga durata, illuminanti, idratanti e veloci nei risultati. All'estero invece le parole vincenti sono legate anche all'eticità dei prodotti, agli slogan animalistici e alla garanzia del dermatologicamente testato.

Foto: Ansa


Così ha richiamato l'attenzione del pubblico femminile il canto delle sirene della pubblicità, gli slogan passati sui media della penisola e nel resto del mondo (Brasile, Stati Uniti, Germania, India e Cina) nel 2013. Lo attesta l'ultimo Rapporto annuale della cosmetica dell'associazione nazionale Cosmetica Italia, presentato il 25 giugno alla Triennale di Milano in occasione dell'Assemblea pubblica dell'associazione, dedicata alle imprese internazionali associate al gruppo.

"Grazie alla collaborazione con Mintel abbiamo delineato anche lo scenario di riferimento dei prodotti di bellezza lanciati in Italia e nel mondo - spiega Gian Andrea Positano, direttore Centro studi di Cosmetica Italia - Degli oltre 3.000 lanci complessivi fatti nel 2013 nel nostro Paese, il 69% riguardavano prodotti nuovi, il 22% invece ampliamenti di linea di cosmetici già in commercio. Le nuove formule sono state l'1%. I principali prodotti reclamizzati sono stati gli smalti, i rossetti, ombretti, prodotti per la doccia a la cura del viso". I 'claim' destinati a stregare le italiane, i più usati, sono stati quelli che esaltavano la lunga durata degli effetti, il contenuto di erbe/botanico, l'effetto illuminante, idratante e la velocità nei risultati. Stati Uniti e Brasile hanno puntato anche all'etico/animalistico. In Germania alla sicurezza dermatologica per ridurre il rischio di allergie.

"Le imprese e le multinazionali del comparto sono resistenti alla crisi - sottolinea il presidente Fabio Rossello, appena rieletto per il secondo mandato alla guida dell'associazione Cosmetica Italia -"l'esportazione segna un incremento dell'11% e una crescita anche a fine del 2014, il mercato interno risente di un lieve calo in valore ma meno in termini di numero di pezzi venduti perché la partecipazione associativa, la delega, il ricambio degli imprenditori e gli investimenti, l'innovazione e la ricerca continua di prodotti nuovi in base ai bisogni dei consumatori preservano il settore dal rischio di ripiegamento, autoreferenzialità e perdita di terreno".

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