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Pubblicato il
17 nov 2014
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Cleto Sagripanti (ANCI): "Proposte di legge per il rilancio della manifattura in Italia"

Di
APCOM
Pubblicato il
17 nov 2014

"Il Made in Italy, in tempi di forte competizione internazionale, è ormai per noi sinonimo di orgoglio. Per gli altri che operano all'estero, per i nostri concorrenti o per i clienti delle nostre aziende, Made in Italy è sinonimo di 'cosa fatta bene', rispetto delle tradizioni artigiane, qualità delle materie impiegate, dei processi produttivi e del lavoro. Il Made in Italy, prima di essere qualcosa da difendere, o da rilanciare, è il nostro elemento vincente nella competizione internazionale. Su questo il Governo è in prima linea, tanto in casa, quanto a Bruxelles". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti, intervenendo a Firenze al convegno "Il grande ritorno - imprese, governo e banche per il Made in Italy in Italia", lo scorso 15 novembre.

Cleto Sagripanti. Foto: Adnkronos - Foto: Adnkronos


"Quello di Firenze - ha detto Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici - è solo un punto d'inizio per chi opera nel nostro settore. Vogliamo partire da qui per presentare delle proposte di legge concrete per il rilancio della manifattura in Italia, rimettendola al centro dell'agenda politica.

Il Jobs Act sembra dare segnali concreti per sburocratizzare e semplificare i rapporti di lavoro e incentivare le assunzioni. Anche alcune misure, inserite nella Legge di Stabilità, dimostrano che si è finalmente presa la giusta direzione per favorire la competitività. Chiediamo anche al Governo di mantenere gli impegni, presi mesi fa per sostenere il Made in Italy e le sue esportazioni. In particolare, in termini di occupazione e formazione, proponiamo la formula innovativa del contratto di servizio, ovvero un percorso formativo on the job, correlato alle concrete esigenze delle aziende calzaturiere dei territori".

Dai dati presentati in quest'occasione a Firenze, frutto di un'indagine realizzata da Assocalzaturifici, emerge che rallentano crescita ed export, con i consumi interni che permangono su valori negativi, dunque non si ferma la crisi del settore calzaturiero in Italia, il cui termometro continua a segnare rosso.

Nonostante nei primi sei mesi del 2014 si sia registrata una lieve crescita, per quanto riguarda il valore delle produzioni (+0,6%) e delle esportazioni (+4,5%), la forbice tra domanda interna ed estera ha continuato ad allargarsi, facendo registrare un vero e proprio crollo dei consumi nel nostro Paese. Segno che, ormai, la crisi si fa sentire su molte fasce della popolazione e non solo sui ceti meno abbienti.

La produzione delle aziende calzaturiere diminuisce nei primi sei mesi del 2014 dell`1,6%, nonostante la lieve crescita del fatturato (0,6%). Nel corso dell'intero 2013, in Italia, sono stati prodotti 202 milioni di paia di calzature, per un fatturato di oltre 7,4 miliardi di euro (+4,9% rispetto al 2012). La rilevazione di Assocalzaturifici ha evidenziato una riduzione media dell'output dell'1,6% in volume, rispetto alla prima metà del 2013.

L'export cresce del 4,5%, in termini di valore, nei primi sette mesi di quest'anno, mentre fa registrare un +0,2% in termini di numeri di calzature esportate.
In totale sono stati venduti, fuori dai confini nazionali, 137,4 milioni di paia, 246 mila paia in più rispetto al periodo gennaio-luglio 2013: un risultato tutt'altro che brillante, inferiore del 7,3% rispetto ai 148,2 milioni di paia venduti sei anni fa (ovvero ai primi 7 mesi 2008, pre-crisi). Queste cifre comprendono sia la vendita all'estero di produzione realizzata in Italia, che le operazioni di pura commercializzazione. Per quanto riguarda la domanda interna, vanno male i consumi delle famiglie italiane.

Dopo la frenata subìta nel 2013 (-6% in volume e -5,8% in spesa), non si è vista nessuna inversione di rotta per consumi, nei primi 8 mesi del 2014, scesi - secondo il Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca - del 3,8% in quantità e del 7,3% in spesa, con prezzi medi in ribasso del 3,7%. Infine, sul fronte occupazionale si è registrata l'ennesima riduzione nel numero di addetti. Nei primi 9 mesi 2014 il numero di aziende attive, tra industria e artigianato, è sceso di 111 unità, a 5.075 calzaturifici (con un -2,1%, settembre su dicembre); il numero di addetti si è ridotto di 347 unità, attestandosi a 77.746 (con un -0,4 in termini percentuali su dicembre).

Fonte: APCOM