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2 lug 2013
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Claudio Marenzi (SMI): "Un dialogo per fare sistema"

Pubblicato il
2 lug 2013

Si è tenuta il 2 luglio a Palazzo Mezzanotte a Milano l’Assemblea di SMI, l’Associazione degli Imprenditori del Tessile-Moda aderente a Confindustria; il nuovo Presidente per il prossimo biennio, Claudio Marenzi, ha esposto il suo piano di difesa del Made in Italy. Marenzi, che succede a Michele Tronconi, era stato designato all’unanimità dalla Giunta di SMI lo scorso 14 marzo.

Il neo-Presidente di SMI Claudio Marenzi


La parte pubblica dell’Assemblea si è aperta con un breve discorso di ringraziamento da parte del presidente uscente Michele Tronconi e la consegna del premio ‘Alfredo Canessa’ da parte della Presidente del Consiglio Nazionale Anti-Contraffazione (CNAC), Daniela Mainini, e di Michele Tronconi, a un giovane neolaureato dell’Università della Sapienza di Roma, il dott. Nicola Lattanzi, per la tesi conseguita con lode dal titolo: “Made in Italy, tra informazione al consumatore e valore imprenditoriale - Inquadramento giuridico e tecniche di tutela”. Una menzione speciale, inoltre, è stata assegnata alla tesi di laurea, conseguita con lode all’Università di Trieste, della dott.ssa Sara Favretto, dal titolo: “La contraffazione del marchio e la concorrenza sleale”.

E' seguito l'intervento del neo-Presidente che, dopo aver presentato la sua squadra e ringraziato chi ha promosso questo suo nuovo “impegno tutto sommato inaspettato, sicuramente non cercato, per uno come me costantemente dedicato all' azienda”, ha tratteggiato i punti salienti del suo programma, per "fare sistema e difendere tutta la filiera, da monte a valle, del Made in Italy".

“Le mie linee guida – ha sostenuto il Presidente di Sistema Moda Italia - sono territorio, qualità, competitività e internazionalizzazione. Orgogliosi della nostra unicità di eccellenza multicentrica, dobbiamo riconquistare i consumatori attraverso un’italianità non provinciale, bensì da cittadini del mondo. Un’eccellenza, patrimonio d'Europa, che non deve dissolversi per incapacità a fare sistema. Inoltre, considerando fondamentale il contributo delle parti sociali, apriremo un dialogo senza pregiudiziali per individuare nuove strategie rivolte al mercato. Sproniamoli ad abbandonare le barricate ideologiche per calarsi nelle reali esigenze del mercato del lavoro favorendo cosi, nei fatti, coloro che rappresentano. Dobbiamo, inoltre, concentrarci e rendere sistematica la ricerca che applichiamo quotidianamente alle tecniche di produzione, distribuzione e marketing, al fine di evolvere e consolidare la competitività delle nostre aziende in assenza di risorse finanziarie adeguate e tantomeno politiche industriali e fiscali favorevoli”.

“Ritengo - ha aggiunto Marenzi - che la conquista e riconquista dei mercati esteri passi attraverso la necessaria collaborazione e coordinamento delle attività promozionali e fieristiche. Il mio focus verterà a favorire finalmente l'intesa tra i principali enti e operatori, nella nostra veste di azionisti di riferimento e rappresentanti del corpus manifatturiero tessile. L'unica misura del successo della nostra azione sarà la crescita dei fatturati delle aziende all'estero ... tutto il resto è poesia. Il successo di un’azienda non è dato dalle sue dimensioni, ma dalla capacità di essere al posto giusto al momento giusto. Abbandoniamo la cultura del lamento, torniamo ad amare il rischio e passiamo dall'associazionismo corporativo, difensivo per definizione, a un associazionismo dinamico e selettivo che sproni i migliori ad aprire nuove strade, favorendo nel contempo la penetrazione commerciale di tutto il sistema moda. I migliori si elevino ad esempio e aiutino le PMI virtuose nel loro sviluppo sui mercati internazionali. Trovo corretto il pensiero di Giorgio Armani, pur non condividendone la volontà di isolamento, nell'invocare maggior orgoglio dei marchi Italiani a presentare le collezioni in Italia. Saremo capaci di un tale altruismo di sistema? Io me lo auguro”.

“L'internazionalizzazione delle nostre imprese deve nascere in Italia. Quando affermo che dobbiamo tornare a fare sistema non intendo solamente tra associazioni territoriali e nazionale, ma tra tutti gli attori: Sistema Moda Italia, Camera Nazionale della Moda Italiana, Centro Firenze per la Moda, Altagamma, Confcommercio, enti locali, operatori del turismo, ecc. Dobbiamo promuovere un'azione comune coordinata e coerente per portare sempre nuovi buyer e consumatori stranieri in Italia. Ognuno con la propria vocazione, capacità e competenze. Evitando sovrapposizioni e personalismi. Dobbiamo agire di concerto”.

“La vera sfida per le PMI italiane - ha concluso il Presidente di Sistema Moda Italia, Claudio Marenzi - è trasformarsi da aziende di prodotto in aziende di marca, pur non disponendo delle risorse di capitali a disposizione della concorrenza. Il che significa maturare competenza, servizio e capacità di creare contesto. L'associazione sosterrà la diffusione ed il radicamento delle professionalità soft (merchandising, comunicazione, web etc.) senza dimenticare le competenze tecniche fondanti”.

E' seguita poi una tavola rotonda moderata da Paola Bottelli, Caporedattore de "Il Sole 24 Ore" e Responsabile di Moda24, a cui hanno partecipato, assieme al neo Presidente di SMI, Silvio Albini, Presidente del Gruppo Albini e di Milano Unica, il Salone Italiano del Tessile, Raffaello Napoleone, Amministratore Delegato Pitti Immagine, e Sergio Tamborini, Amministratore Delegato Marzotto S.p.A., che si sono interrogati su come riuscire ad organizzare un vero patto di filiera, la risposta è stata unanime: "dialogo", dialogo tra le aziende che vanno bene che devono essere prese d'esempio da chi va meno bene, dialogo tra monte e valle, in un settore unico nel suo genere che cambia il prodotto ogni 6 mesi. A questo proposito è intervenuto Raffaello Napoleone, Amministratore Delegato di Pitti Immagine, che ha insisitito energicamente sul fatto di fare squadra soprattutto contro chi vuole mettere in pericolo il Made in Italy giocando sulle tempistiche, come nel caso degli inglesi e dei francesi. Ha invitato ad essere "aggressivi" nel non accettare posizioni discutibili e combattere la battaglia facendo sistema giocando ognuno il suo ruolo.

Il Viceministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha tratto le conclusioni del dibattito, assicurando il suo pieno sostegno e impegno in prima linea per difendere il settore, a cominciare dai fondi da destinare alla sua promozione, fino ad arrivare a degli accordi bilaterali di libero scambio. Il Ministro si è anche confrontato con i dati consuntivi elaborati dal Centro Studi di SMI, riguardanti l’andamento del settore nel 2012 e l’import/export nel primo trimestre del 2013.

Il 2012, dopo due anni contrassegnati da un andamento complessivamente positivo, ha visto il fatturato attestarsi a 51 miliardi di euro (-3,2% sul 2011). Le esportazioni, che hanno sfiorato i 27 miliardi di euro, sono diminuite dello 0,8%, mentre le importazioni, pari a circa 18 miliardi di euro, sono crollate dell’11,8%, consentendo di realizzare un saldo commerciale positivo in crescita del 33,2%, per un valore totale di 8,7 miliardi di euro. Risultati, tuttavia, frutto di andamenti divergenti tra i due macro-comparti a ‘monte’ e a ‘valle’ della filiera.

Il Tessile, infatti, accusa una flessione dell’8,4%, che porta il fatturato complessivamente generato dal ‘monte’ a quasi 19,6 miliardi di euro. Nel caso del ‘valle’ (comprensivo di abbigliamento in tessuto, maglieria esterna ed intima, tessuto a maglia, calzetteria e bottoni) si è rilevata, invece, una sostanziale stabilità (+0,3%) rispetto al risultato raggiunto nel 2011, con il fatturato di comparto a quota 31,5 miliardi di euro circa. Oltre che a livello di macro-comparto, si riscontra un trend polarizzato anche per l’export sotto il profilo geografico. Infatti, mentre la UE (che ha assorbito il 53,9% dell’export settoriale, contro il 56,4% del 2011) ha accusato una contrazione del -5,3%, le aree extra-UE si sono mantenute decisamente vivaci, sperimentando una crescita pari al +4,9%, trainate peraltro da importanti mercati come Stati Uniti (+15,1%), Giappone (+14,9%) e Cina (+18,3%). Dati che trovano un ulteriore conferma nell’andamento dei flussi commerciali nel primo trimestre dell’anno in corso.

Su questi risultati, sull'annata diffucile del settore, e sull'andamento degli ultimi saloni fiorentini, soprattutto il Pitti Bimbo, FashionMag.com ha interpellato alla fine dell'incontro Claudio Marenzi, neo-presidente di SMI, e Raffaello Napoleone, Amministratore Delegato di Pitti Immagine, ai quali è stato riportato appunto l'esempio del comparto moda bimbo, e di come possa fare sistema col resto degli attori del settore in un momento in cui molti lamentano una "differente attenzione" nei confronti di questo comparto. "E' proprio di questo che stiamo parlando, quando dicamo di fare sistema! Come abbiamo già detto, dobbiamo abbandonare il lamento, prendere come esempio le aziende che vanno bene e fanno numeri positivi, sapendo che il nostro proponimento resta di portare questo settore, che oggi fa il 30%, al 50%", è stata la risposta dei due professionisti.

Ilaria Ricco

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