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Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
9 ott 2017
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Claudie Pierlot cambia marcia

Versione italiana di
Gianluca Bolelli
Pubblicato il
9 ott 2017

Dato che il gruppo SMCP ha dato il via al procedimento di quotazione in Borsa, i suoi marchi sono naturalmente diventati degli osservati speciali. Mentre Sandro e Maje hanno lo status di leader all’interno del gruppo, la più piccola delle tre marche, Claudie Pierlot, è ben lungi dall'essere superata in termini di crescita. Al contrario, il brand acquistato nel 2009 è il più dinamico, avendo registrato un aumento di fatturato di circa il 30% negli ultimi tre esercizi. E così ha superato la soglia dei 100 milioni di euro di giro d’affari nel 2016.

Campagna autunno-inverno 2017/18 - Claudie Pierlot


Con un fatturato che pesa per il 16% sul dato complessivo di gruppo (786 milioni di euro nel 2016), Claudie Pierlot si attende che l’annata 2017 registri una crescita di nuovo equivalente al 30%. Uno sviluppo molto forte, trainato sia da una progressione in comparabile, grazie a un lavoro sulla comunicazione e sull’offerta, che da uno sviluppo importante della rete. Ogni anno aprono tra i 20 e i 30 nuovi punti vendita Claudie Pierlot: la metà sono corner e l’altra metà boutique monomarca, essenzialmente gestite in proprio.
 
Uno sviluppo che oggi porta il totale di punti vendita del brand a 200 e che si svolge contemporaneamente su diversi territori. “La rete francese è quasi completa, mancano una o due aperture. Questa è stata la mia prima missione”, confida Isabelle Allouch, direttore generale della griffe dal 2014. “In seguito si è proceduto a tappe, concentrandoci prima sui Paesi vicini, come il Regno Unito, poi sulla Spagna, e più di recente sulla Germania, la Svizzera, il Belgio e quest’anno l’Italia”.

Continuando a rafforzare la sua presenza in queste nazioni europee e perfezionando per alcune aree una serie di partnership in Medio Oriente, Russia o Australia, Claudie Pierlot da quest'anno è proiettato verso una nuova tappa: l’Asia. Un continente sul quale il marchio avrebbe un grande potenziale, tenuto conto del suo stile “BCBG twisté” e del suo posizionamento nel lusso accessibile.
 
Grazie soprattutto al suo acquisto da parte del cinese Shandong Ruyi, il gruppo francese dispone di un’infrastruttura forte sul continente, e quindi vi procederà a uno sviluppo perentorio dei suoi marchi. Claudie Pierlot ha aperto una decina di punti vendita in Corea del Sud, a Hong Kong e nella Cina continentale nell’anno appena conclusosi.
 
L’Asia non è comunque un continente completamente sconosciuto a Claudie Pierlot, perché anche se ultimamente non vi era più presente, in passato ha avuto una bella diffusione in Giappone, grazie alle collaborazioni create dall’omonima fondatrice del brand prima della vendita al gruppo SMCP. “Attaccheremo una nazione all’anno”, precisa comunque Isabelle Allouch. “Dunque ci concentreremo prima sulla Cina, il Giappone verrà poi”.
 
Oltre allo sviluppo della rete di negozi, Claudie Pierlot sta anche lavorando alla categoria degli accessori per farle raggiungere il 10% delle vendite. Così, accanto a modelli di calzature già ben noti, ha aggiunto, come i consociati Maje e Sandro, una borsa definita “iconica” alla propria offerta. Lanciata a metà settembre, la bag ha ottenuto dei buoni risultati, che dovrebbero permettere al marchio un ulteriore miglioramento dei risultati.
 
“L’altra nostra grande soddisfazione è il digitale”, aggiunge Isabelle Allouch. “Abbiamo 15 e-shop all’estero, grazie ai quali la nostra quota di vendite sul Web è molto maggiore dela media del mercato”. Il segmento conosce un’accelerazione molto forte da due anni, che si spiega, secondo la DG, per due fattori: il grande movimento generato dal sito, dovuto alla elevata fedeltà dei clienti, ma anche la necessità creata dalla copertura fisica del territorio minore dei suoi due fratelli maggiori.

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