Claire’s si dichiara ufficialmente fallita
La voce correva da diversi giorni, e ora la catena americana di bijoux, accessori e prodotti di bellezza per le ragazze Claire’s si è dichiarata ufficialmente in bancarotta il 19 marzo. La società ha fatto ricorso, come altri distributori prima di lei (BCBG Max Azria, Sports Direct, Toys’r’us…), al famoso “Chapter 11” della legge statunitense, che permette la la prosecuzione dell'attività dopo la dichiarazione di fallimento. La domanda, depositata presso la corte del Delaware, che le consente di rivedere i termini del suo debito con i creditori, riguarda solo l’attività dell’azienda negli Stati Uniti e non le sue filiali estere, in particolare non concerne quelle europee.
Per l’insegna statunitense si tratta “di fare un bilancio e non una ristrutturazione operativa”, sostiene in un comunicato, sforzandosi così di spostare più lontano lo spettro delle chiusure di negozi e della perdita di posti di lavoro. Ma nulla è meno certo di questo, sostengono gli analisti.
Claire’s precisa che spera di uscire da questa procedura di fallimento entro settembre 2018, con più di 150 milioni di dollari di liquidità e riducendo il suo debito complessivo di circa 1,9 miliardi di dollari (mentre attualmente è di 2 miliardi). Inoltre, la società afferma di avere stipluato un accordo con i suoi creditori, Elliott Management Corp e Monarch Alternative Capital LP, per un rifinanziamento di 575 milioni di dollari.
Con 7.500 punti vendita in 45 Paesi, la catena girly dal 2007 di proprietà del fondo Apollo Global Management soffre in particolare del calo delle presenze nei mall degli States e per la crescita d’importanza degli attori dell’e-commerce. Il suo fatturato annuale è stato di 1,3 miliardi di dollari (pari a 1,05 miliardi di euro) nel 2016, per una contrazione pari al 6,5% (-3,3% a perimetro comparabile).
Il proprietario di Claire’s, che a lungo aveva pensato di quotare in Borsa la catena, prima di rinunciarvi nel gennaio 2017, anticipa che il fatturato per l'esercizio 2017 resterà stabile, con un Ebitda di 212 milioni di dollari, +13% rispetto all’anno precedente. Alla fine, secondo Bloomberg, Apollo potrebbe vendere la catena ad alcuni dei suoi creditori.
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