Christopher Bailey dice addio a Burberry con una dichiarazione LGBTQ
C'era la nazione arcobaleno da Burberry, dove Christopher Bailey ha chiuso un percorso di 17 anni in azienda con una collezione coloratissima e una dichiarazione-manifesto molto impegnata di sostegno alla comunità LGBTQ.
Per il suo finale, Bailey ha portato il mondo fashion a Ovest di Londra, nei Dimco Buildings, collocandovi all’interno un’enorme installazione luminosa (presa in prestito dal Museum of Old and New Art in Australia) che si è trasformata in una tenda color arcobaleno sotto l’effetto di centinaia di raggi laser.
Colori dell'arcobaleno visti su piumini in pelle, felpe da rapper, giubbotti di nylon e nel grosso cappotto di montone indossato da Cara Delevingne, che saltellava pavoneggiandosi un po’ nel finale insieme alla collega top model Edie Campbell.
Il traffico serpeggiava oltre il gigantesco Westfield Center, e giù fino al grande magazzino, superando tifosi del Queens Park Rangers che lasciavano lo stadio dopo una partita; oltre a diverse centinaia di dimostranti anti-pellicce molto arrabbiati. “Shame on London Fashion Week!” (“Vergogna per la London Fashion Week!”) urlavano, mentre apostrofavano ogni ospite che entrava con ingiurie volgari.
All'interno, l'atmosfera era sorprendentemente vivace, considerando che questo era il défilé d’addio dell’uomo che ha fatto del motivo tartan beige, rosso e nero di Burberry un sinonimo di luxury su scala planetaria, portando il marchio inglese a diventare l’unico vero gigante globale del lusso del Regno Unito.
Inevitabilmente, anche il tartan era arcobaleno; insieme a versioni più estreme di molte delle idee ora considerate dei classici iconici realizzati da Bailey per la casa di moda – dagli abitini da cocktail in pizzo e montone graffitato ai cappotti in spugna color caramella, fino ai bomber da pilota d’aereo accorciati. Insieme ad alcune stampe barocche inglesi che curiosamente ricordavano quelle di Versace, utilizzate in giubbotti street style.
“Un’azienda deve riflettere la sua cultura. E noi, come azienda, abbiamo sempre fatto molto a livello filantropico. Ma io volevo qualcosa che fosse un po’ meno abituale. E la comunità LGBTQ l’ho sempre sostenuta per moltissimi anni, seppure in modo molto discreto. Così, ho voluto fare qualcosa che avesse un lascito più lungo; una grande organizzazione come la nostra che afferma di battersi per una causa”, ha detto Bailey a FashionNetwork.com.
“Volevo che questo show rappresentasse un riflesso del passato di Burberry e del nostro presente, e anche la mia grande impazienza di vedere cosa riserverà il futuro a Burberry. Perché la prossima persona che avrà il privilegio di entrare in Burberry sostituendomi è incredibilmente fortunata e so che insieme, l’azienda e questa persona nuova, faranno cose meravigliose e Burberry prospererà”, ha esclamato Bailey, dopo aver posato per le foto di rito con Naomi Campbell e Kate Moss.
Dopo alcune esperienze da Donna Karan e Gucci, Bailey è arrivato da Burberry come direttore del design nel 2001, prima di diventarne il direttore artistico tre anni dopo, ma non lascerà completamente l’azienda fino a dicembre di quest'anno, quando rinuncerà al suo unico titolo di Chief Creative Officer, che ha ripreso nel maggio 2014 con la partenza dell'allora CEO Angela Ahrendts. Per un periodo di tre anni, Christopher Bailey è stato dunque contemporaneamente CEO e CCO, anche se ha rinunciato al primo di questi incarichi al momento dell'arrivo di Marco Gobbetti da Céline come CEO la scorsa estate.
Gobbetti non ha voluto dire quando annuncerà il nome del successore di Bailey.
“Vi dirò qualcosa quando sarò davvero pronto. Lo prometto. OK? Quello che vorrei è che la gente ricordasse questa sera e che lavoro straordinario ha fatto Christopher. È un grandissimo talento che ha dato tanto a Burberry, alla moda e a Londra. Questo non sarà mai dimenticato”.
Alla domanda circa i suoi piani, Bailey ha risposto: “Mi piacerebbe un periodo di riflessione. C'è così tanto là fuori da guardare e da fare in questo mondo. Però non mi sto impegnando in niente per adesso. Sto solo ascoltando”.
È piuttosto presto nella vita per questo 46enne dello Yorkshire per prendere in considerazione un pensionamento a lungo termine.
Bailey, che è sposato con l’attore Simon Woods, è stato il primo dirigente apertamente gay tra le 100 aziende comprese nel FTSE, l’indice borsistico delle cento aziende britanniche meglio capitalizzate quotate alla Borsa di Londra. Lo stilista inglese ha concluso il suo regno con l'affascinante modestia per la quale è sempre stato apprezzato. Rispetto ad altri famosi addii (Tom Ford da Gucci, Raf Simons da Christian Dior o Valentino dalla propria griffe), lo stato d’animo di questo era tutt’altro che funereo.
Con il pezzo eseguito da Jimmy Somerville “Don’t Leave me this Way” in sottofondo, Bailey ha fatto una lunga camminata di saluto al pubblico prima della standing ovation attribuitagli dai 1.500 presenti, fermandosi solo per baciare Woods sulle labbra.
“Stavo pensando che devo a questo pubblico profondo rispetto e ammirazione. È un’industria che amo davvero profondamente e che mi ha fatto sentire davvero privilegiato, perché mi ha aperto le braccia quando ero molto giovane e mi ha lasciato entrare”, ha sorriso Bailey quasi con timidezza.
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