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Adnkronos
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Pubblicato il
8 feb 2010
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Chirurgia estetica per oltre 2 milioni di italiani l'anno. Oltre 100mila complicanze
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8 feb 2010
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Roma, 8 feb. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Cancellare i segni del tempo in pochi minuti. Sono sempre di più gli italiani che decidono di sottoporsi alle iniezioni di filler spiana-rughe: un 'ritocchino' veloce, non troppo costoso, che ogni anno attrae circa da due milioni di italiani, di cui 500 mila uomini.
Foto : AFP |
Non senza qualche rischio però: sono più di 100 mila gli italiani che subiscono eventi collaterali a seguito di questi trattamenti. "Questo perché molti medici fanno uso di filler a buon mercato, non certificati. O peggio ancora perché molti di questi trattamenti sono fatti da chi medico non è, in ambienti non idonei, come i centri estetici", spiega Norma Cameli, responsabile dell'ambulatorio di dermatologia estetica dell'Istituto dermatologico San Gallicano di Roma.
Secondo un'indagine sulla frequenza degli effetti collaterali a seguito dell'iniezione di filler, condotta su 1500 donne fra 20 e 50 anni dal Centro interuniversitario di dermatologia biologica e psicosomatica di Firenze, in un caso su quattro si verificano eventi avversi che richiedono l'intervento del medico. "Su questi pazienti - spiega Torello Lotti, direttore del Centro e presidente Sidemast - abbiamo rilevato un'incidenza del 10% di granulomi nella sede dell'iniezione.
E ancora, in un ulteriore 5% di pazienti si è verificata la 'riaccensione' di un'infezione erpetica, nel 7% dei casi un'infezione batterica e nel 3% ascessi dov'è stato inserito il filler. Complicanze da non confondere con gli effetti fisiologici dell'iniezione come gli arrossamenti transitori, i piccoli lividi, il dolore passeggero che recedono spontaneamente e non comportano alcun pericolo per i pazienti".
Per l'esperto, l'elevata incidenza di complicazioni osservata su questi pazienti, "spesso non a conoscenza del materiale iniettato, dipende dal fatto che, purtroppo, molti medici fanno uso di filler a buon mercato, non certificati, con poche garanzie di qualità e sicurezza. Se tutti impiegassero prodotti sicuri e certificati, gli eventi avversi sarebbero senza dubbio di meno", sottolinea Lotti.
Per Annalisa Pizzetti, dermatologa dell'Accademia romana di dermatologia Onlus, il problema nasce anche dal fatto che i filler non sono considerati veri e propri farmaci. "Bensi' - spiega - dispositivi medici al pari di un disinfettante: come tali non sono sottoposti a sperimentazioni cliniche che ne accertino efficacia e tollerabilità, né a farmacovigilanza per gli eventi avversi che, a spese di medici e pazienti, vengono registrati solo dopo che i prodotti sono stati messi in commercio.
Basti pensare - aggiunge - che degli oltre 150 prodotti con il marchio CE presenti sul mercato in Italia, appena 7 hanno ricevuto l'approvazione della Food and Drug Administration, l'ente americano per la sicurezza di farmaci e alimenti". A fronte di questa scarsita' di garanzie, la moda del 'ritocchino veloce' non accenna a diminuire: nel nostro Paese i filler muovono un mercato stimato attorno ai 200 milioni di euro.
Al filler si ricorre sempre prima: se fino a 5 anni fa l'età media si aggirava attorno ai 40-45 anni, oggi la prima punturina arriva perfino entro i 30 anni. Spesso il 'ritocchino' si affronta insomma a cuor leggero, senza verificare il prodotto che viene utilizzato e spesso neanche le credenziali di chi lo inietta.
"Proprio per questo la Sidemast, in collaborazione con l'Ordine dei medici di Roma, ha istituito da gennaio un registro che certifichi chi dermatologo lo e' davvero e ha tutti i requisiti per praticare procedure di dermoestetica e anche i medici estetici che hanno eseguito regolari corsi o master accreditati", dice Daniela Marciani, dermatologa dell'Accademia Romana di dermatologia Onlus.
"Anche i pazienti - aggiunge - possono fare la loro parte non fidandosi di un prodotto se è troppo a basso costo e pretendendo sempre dal medico il tagliando di tracciabilità. La nostra Societa', inoltre, ha gia' proposto alle autorita' sanitarie che, come negli Stati Uniti, i filler vengano equiparati ai farmaci iniettabili, così da avere finalmente maggiori garanzie per i pazienti che li scelgono". Le stesse garanzie che ci sono, oggi, per chi decide di utilizzare le iniezioni di botulino per spianare le rughe.
"Nel 2009 in Italia - secondo gli esperti - si stima che siano state impiegate a fini estetici oltre 150 mila fiale di tossina botulinica ma non si e' registrato neanche un caso di danno collaterale permanente".
"Il botulino e' un farmaco - spiega Cameli - e come tale e' sottoposto a rigidi controlli continuativi da parte delle autorita' sanitarie. Per questo il suo impiego per distendere le rughe, in particolare quelle di espressione fra le sopracciglia, è da ritenersi assai sicuro, al contrario di quanto molti credono. Purché - conclude - i siti di iniezione siano quelli dettati dalle linee guida del ministero della Salute, cioè i corrugatori".
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