Chantal Gaemperle (LVMH): "Il lusso è un mondo di paradossi e di tensioni"
LVMH ha inaugurato lunedì a Firenze il suo primo programma di formazioni professionali in Italia, dove ha collocato una sede del suo Istituto dei Mestieri d'Eccellenza (IME). In quest’occasione, Chantal Gaemperle, direttrice delle risorse umane e delle sinergie del gruppo francese, ha descritto a FashionNetwork.com quali sono le nuove esigenze dell'industria del lusso.
FashionNetwork.com: Avete notato delle carenze in alcuni mestieri, che vi hanno spinto a creare dei programmi di formazione professionale?
Chantal Gaemperle: Effettivamente è questa la logica di tale approccio. Ma non è così semplice. Tutto parte da un'esigenza che cerchiamo di anticipare. Ma quando si parla di sviluppo umano, ci vuole del tempo. La nostra convinzione è che gli uomini e le donne fanno la differenza. Nel loro lavoro, i nostri artigiani trasmettono non solamente la qualità del loro know how, ma anche il loro orgoglio nel realizzare un bellissimo prodotto. Quel senso di fierezza ed eccellenza che poi si trova ovunque. Questo è essenziale oggi, dato che il livello delle esigenze dei clienti è molto alto.
FNW: In cosa queste formazioni professionali sono così importanti per un gruppo come LVMH?
CG: Queste formazioni permettono di trasmettere i savoir-faire, preservare alcuni mestieri che si stanno perdendo e avere artigiani addestrati all'eccellenza. Ma ci sono anche altri elementi da considerare. Ci sono infatti tanti mestieri che non sono noti. Questo tipo di formazione permette ai giovani di scoprire la ricchezza di queste professioni, ma anche dalla nostra parte, tutto ciò può permetterci di identificare e rivelare passioni tra questi giovani apprendisti.
FNW: Gli artigiani sono al centro del prodotto e quindi di questo settore. Qual è la vostra politica salariale nei loro confronti?
CG: Penso che siamo un datore di lavoro responsabile. Ma prima di parlare di stipendio dobbiamo sottolineare che noi offriamo una prospettiva a dei giovani che non ce l’hanno. Si dà loro una qualifica che gli consentirà di essere indipendenti. L’ultima promozione del nostro Istituto dei Mestieri d'Eccellenza mostra un 96% di successo, il 90% dei giovani ha trovato uno sbocco, il 65% nel nostro gruppo o con i nostri partner.
FNW: La formazione che avete appena lanciato in Italia è dedicata alla pelletteria e all'oreficeria, e si estenderà anche alle calzature e alle vendite. Quanto è importante oggi un venditore per un gruppo del lusso?
CG: Questo lavoro è essenziale. Una delle nostre sfide è proprio quella di spiegare meglio il futuro della distribuzione e della vendita al dettaglio. L'ambiente competitivo si è inasprito e l’esperienza in negozio è sempre più necessaria, da qui l’importanza di creare delle formazioni d’eccellenza in materia. Ne abbiamo già lanciata una a Parigi e ne imposteremo un’altra anche in Italia. Ci piacerebbe anche creare una comunità per il retail a livello di gruppo, come avevamo già fatto per esempio creando una rete di donne, o a livello regionale, per far circolare meglio le esperienze dalle une alle altre.
FNW: Con il digitale, la conoscenza della tecnologia è un elemento che pesa nelle vostre assunzioni?
CG: Sì certamente, la tecnologia è diventata un elemento molto importante. Ma la parte tecnologica non deve farci dimenticare la dimensione umana.
FNW: Come sono cambiati i profili che state cercando negli ultimi anni?
CG: Stiamo vivendo importanti trasformazioni e incertezze. Dunque stiamo cercando persone che siano capaci di gestire le ambiguità e i cambiamenti. Lavorare nel lusso vuol dire accettare l’ambiguità. Ciò significa accettare la percentuale d’incertezza e del divenire delle cose, perché siamo parte di un processo creativo. Il lusso è un mondo di paradossi e di tensioni. Da un lato c’è l’elemento artigianale, le competenze, la tradizione. Dall’altro lo sviluppo globale. Noi cerchiamo profili che vedano in queste tensioni una sfida che li interessa.
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