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13 set 2013
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Canepa prosegue con successo l'iniziativa di sostenibilità 'SAVEtheWATER'

Pubblicato il
13 set 2013

Sono trascorsi sei mesi dalla presentazione del progetto di Canepa “SAVEtheWATER” svoltosi durante l’edizione di febbraio 2013 di Milano Unica. Sei mesi durante i quali l’azienda di San Fermo della Battaglia (CO) ha ottenuto significativi avanzamenti nel percorso per la riduzione dell’impatto ambientale delle lavorazioni tessili. Nel workshop organizzato in Sala Asia a Milano Unica, Canepa ha fornito nuove importanti informazioni sui risultati conseguiti e sulle sue prossime iniziative.


"Ci siamo resi conto che il settore del tessile di alta qualità non aveva molti punti di riferimento nel campo della sostenibilità", ha dichiarato Carlotta Saibene Canepa, che rappresenta la 3a generazione alla guida dell'azienda, durante l'incontro moderato da Paola Maugeri. "Così ci siamo messi avanti rispetto alla concorrenza. Da diversi mesi abbiamo in atto un road show coi nostri clienti per informare, scambiarsi idee e in futuro collaborare in questo ambito con tanti nostri clienti. La nostra azienda, infatti, ha investito molte risorse nella ricerca e nella messa a punto di tecnologie innovative in grado di ridurre l’uso di acqua, di sostanze chimiche di processo e le emissioni di Co2 in atmosfera. In più, abbiamo creato un altrettanto importante canale di dialogo sulla sostenibilità con le associazioni ambientaliste più attive nel sollecitare il mondo della moda a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti, in particolare con Greenpeace. Vogliamo condividere la nostra esperienza con la filiera tessile mostrare come una produzione amica dell’ambiente sia possibile, oltre a convincere altri ad intraprendere la nostra stessa strada. Quale occasione migliore per farlo se non a Milano Unica?”, ha detto la manager.

Per realizzare una prima fase del progetto “SAVEtheWATER”, Canepa ha collaborato con la S.r.l. Tessitura del Salento. Le due aziende si sono aggiudicate un contratto di programma da 6,2 milioni di euro. Il progetto, agevolato da 2 milioni di risorse pubbliche, destina il 63 per cento dell’intero investimento (più di 3,9 milioni di euro) alla ricerca industriale. Quest’iniziativa di sviluppo industriale, realizzata nella zona industriale di Melpignano (LE) presso lo stabilimento della Tessitura del Salento con il sostegno della Regione Puglia, ha come obiettivo di studiare e realizzare nuovi formulati per l’imbozzimatura dei filati superfini di fibre pregiate di origine animale come cashmere, lane merinos, yak, cammello, seta, ed eventualmente anche di origine vegetale, artificiale e sintetica. A Melpignano è stato testato, fra gli altri, il chitosano, una sostanza di origine naturale ottenuta dalla chitina contenuta nell’esoscheletro dei crostacei. Il chitosano, ampiamente disponibile sul mercato ad un costo contenuto, è atossico, biocompatibile e biodegradabile. Così si va a sostituire il PVA, materiale sintetico impiegato oggi con un notevole impatto ambientale perché non recuperabile e utilizzato con un peso praticamente uguale a quello della fibra pregiata. Con l’impiego del chitosano, l’intero processo diventa dunque molto più sostenibile e le fibre ancora più belle.

Il progetto delle due imprese è stato dichiarato ammissibile dalla Giunta Regionale. Grande soddisfazione è stata espressa dall’assessore allo sviluppo economico Loredana Capone, che ha portato la delibera in giunta: “Con questo progetto – ha detto – l’industria tessile salentina si candida ad occupare un posto di rilievo in un settore di punta del Made in Italy. Il progetto non solo si propone di realizzare tessuti di qualità superiore allo standard, ma si concentra con grande attenzione sulla sostenibilità ambientale. A questi aspetti si aggiunge l’impatto occupazionale, che porterà all’assunzione, a regime, di una ventina di lavoratori. Dopo quello di Magneti Marelli, ancora un altro esempio di fiducia nel futuro, sostenuto e incentivato dalla Regione Puglia”.

Canepa ha commissionato iniziative di monitoraggio interno e certificazione alla Blumine S.r.l. e a Bureau Veritas. Per Marco Ricchetti di Blumine: "In molte imprese del Tessile-Moda italiano si pensa tutto il giorno al prodotto, a come farlo più bello, a come innovare, mentre molto meno si pensa (o anzi per nulla) a quanto il prodotto finito realizzato sia sostenibile. Seppure l'impatto sulla sostenibilità ambientale del settore tessile possa essere minore rispetto a quello di altri settori - penso allo sportswear - i prodotti sensibili al tema rappresentavano lo 0,5% nelle proposte di Canepa. Ora si sta lavorando per portare in pochi anni questa quota al 10%, poi al 20% e, perché no, al 30%".

www.canepaevolution.com/


Lodovico Jucker, dell'ente certificatore del nuovo procedimento Bureau Veritas, ha affermato che: "Canepa è un'azienda pioniera in questo settore, perché è ormai in grado di presentare sul mercato i risultati fattivi di un processo produttivo più sostenibile. La sostenibilità di per sé è un concetto alquanto "immateriale"; per renderlo più percepibile, bisogna che la diversità dal percorso tradizionale del processo che ha generato il prodotto sia certificata e/o dotata di una specifica etichettatura di garanzia. Canepa si è domandata in un primo momento come intervenire per essere più sostenibile. Considerando che per produrre 1 Kg. di prodotto finito si usano da i 150 ai 400 litri d'acqua, i cui residui dopo la lavorazione vengono ributtati nell'ambiente carichi di sostanze inquinanti, l'azienda comasca ha subito puntato sull'aspetto dell'acqua nella produzione. Un aspetto che in questo settore non ha visto modificata nel tempo la sua centralità: i procedimenti di lavorazione nel tessile si basano ancora sull'acqua come ingrediente di base. Tutte le aziende alla base della filiera, dunque, possono e devono rappresentare un vero e proprio presidio culturale primario per arrivare sul mercato interfacciandosi positivamente nelle relazioni con clienti, stakeholder e consumatori finali".

Mentre il progetto "SAVEtheWATER" continua il suo percorso, Canepa ha quindi avviato nuovi progetti di innovazione applicando tecniche che riducono l’utilizzo si sostanze chimiche pericolose e sperimentando nuove possibilità di riciclo delle materie prime più preziose che vengono normalmente sprecate durante il processo produttivo. Ne hanno parlato in alcuni brevi interventi Roberto Castellani (direttore del dipartimento ricerche e studi 'Canepa Evolution'), che ha parlato delle tecniche di realizzazione di tessuti superleggeri a ridotto uso di acqua, e Riccardo Albonico (di TintEco), che si è riferito al nuovo procedimento di lavorazione della seta implementato da Canepa che elimina e sostituisce l'utilizzo del metacrilamide, sostanza chimica con accertati effetti neurotossici e mutagenici.

Nel settore del tessile, abbigliamento, accessori di alta moda, in particolare nella produzione di sciarpe, scialli, e altri capi in fibre pregiate è nota una certa difficoltà nel tessere fibre sottili naturali che, a causa della loro elevata sottigliezza, tendono a rompersi. Ad oggi nella tessitura sono in uso vari procedimenti: la tessitura con “mischia intima” cioé rafforzando il filato con una mischia di fibra idrosolubile o con la “binatura e ritorcitura” con un filato idrosolubile, si legge sul sito del brand comasco. Il problema di consumo e inquinamento delle acque nasce proprio nella fase di scioglimento. Questa tecnologia è fonte di degrado ambientale, a causa del mancato recupero del polimero sintetico che costituisce il filo di rinforzo e la temperatura molto elevata di scarico del bagno d'acqua, con il polimero che causa anche intasamenti nelle condutture. Ne deriva così un consumo fino a 2.000 litri di acqua corrente per una pezza, una temperatura elevata dell’acqua che può modificare l’ecosistema del territorio con un notevole dispendio di energia, un'acqua di scarico inquinata da prodotti chimici difficilmente filtrabili. "Se è cosa nota che il pregio dei tessuti italiani è strettamente legato alla qualità dell’acqua, possiamo anche sostenere che il calore della stessa durante le lavorazioni può determinare l’infeltrimento del tessuto e un cattivo risciacquo può lasciare residui. La binatura e la ritorcitura rendono il filato meno vaporoso e delicato, alterando i valori dei coefficenti fisiologici dei filati. Quindi un’azienda attenta alla difesa dell’ambiente e alla qualità del prodotto è necessariamente obbligata al superamento di questo vecchio tipo di lavorazione, ancora in uso in molte filiere", puntualizza ancora la società.

L'impegno di Canepa nel campo della sostenibilità è riassunto da questa tabella.


Grazie quindi ad anni di studio e alla collaborazione con il CNR di Milano e il CNR-ISMAC di Biella, Canepa (che possiede anche i marchi Fiorio Milano, Intermoda e La Rana) ha ideato un sistema totalmente ecologico e biologico utilizzando il chitosano. Il polimero è solubile in soluzioni acide diluite (es. acido acetico) ed è adatto ad essere reticolato mediante UV-curing e con altri agenti reticolanti. Il chitosano sarà impiegato anche in miscela con altri polimeri di origine naturale (ad esempio amidi e pectine idrolizzabili nella fase di sbozzimatura), oppure modificato chimicamente per idrolisi o parziale carbossilazione. Con questa procedura il chitosano diventa 'Kitotex' (“Kytos” in greco involucro/tunica) cioè un prodotto di rivestimento che se non rimosso completamente ha effetto sanificante sul tessuto. Questa procedura riduce l’utilizzo dell’acqua ad un terzo oltre a permettere di scaricare i bagni di lavaggio privi di inquinanti e a temperatura inferiore. Il tessuto così prodotto avrà delle maggiori performance di resistenza all’infeltrimento e di tingibilità, oltre ad essere protetto contro i batteri e lo sviluppo di muffe e cattivi odori.

Con il metodo 'Kitotex' e utilizzando il nuovo sistema di "imbozzimatura", è stato ridotto fino al 90% l’utilizzo di elementi inquinanti in relazione alle vecchie produzioni con la binatura e ritorcitura con filo idrosolubile. L’introduzione dei nuovi metodi ha ridotto al 60% l’utilizzo di acqua e notevolmente l’apporto inquinante. Questi valori costituiscono attuale standard di marchiatura “SAVEtheWATER”. Canepa, a breve, potrà anche fornire la certificazione ISO 14001/EMAS, Carbon footprint ed ecolabel.

Durante il workshop sono intervenuti anche i responsabili delle campagne 'Detox' e 'The Fashion Duel' di Greenpeace, che hanno valutato all'unisono come la soluzione in questo ambito sia la trasparenza. Una chimica più responsabile, la riduzione dell'uso dell'acqua, l'attuazione della deforestazione zero nella produzione sono tutti elementi fondamentali che l'Italia per tecnologie a disposizione, cultura, capacità di ricerca e innovazione di cui dispone possiede sicuramente e che la devono portare ad essere uno dei Paesi leader mondiali nella sostenibilità nel Tessile e nella Moda. Basti pensare che fra le 11 aziende italiane e 4 francesi a cui Greenpeace ha inviato il "guanto di sfida" verde di 'The Fashion Duel', l'unica società che si è impegnata totalmente su tutti i fronti citati è stata proprio l'italiana Valentino.

La Canepa S.p.A., fondata dalla famiglia Canepa nel 1966 come continuazione di un’attività nata all’inizio del Novecento, si è distinta da subito soprattutto nel mercato della seta e ha consolidato i suoi rapporti commerciali in tutto il mondo, affiancando firme del design e del prêt-à-porter italiano e mondiale.


Grazie alla guida di Elisabetta Canepa e dei suoi figli Alfonso e Carlotta Saibene, ai suoi collaboratori, ai significativi investimenti ed alla continua innovazione di processo e di prodotto, l'azienda è cresciuta fino a diventare una delle più importanti realtà seriche riconosciute a livello internazionale.

Dei quasi 800 dipendenti, il 25% sono tecnici creativi e questo permette di realizzare ogni anno oltre 20.000 disegni jacquard originali. L’azienda produce circa 1,5 milioni di metri lineari di tessuto su oltre 150 telai in attività e impiega le ultime tecnologie presenti sul mercato. Il fatturato del Gruppo Canepa nel 2012 è stato di 100 milioni di euro, con un EBITDA dell’11%.

Gianluca Bolelli

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