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19 giu 2018
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Calzaturiero: partenza lenta nel 2018

Pubblicato il
19 giu 2018

Dopo un 2017 chiuso a 14,3 miliardi di euro, in lieve crescita (+0,8%), il 2018 si apre con risultati inferiori alle attese per il comparto calzaturiero italiano, secondo il bilancio presentato in occasione dell’Assemblea generale di Assocalzaturifici. Anche l’export, che l’anno scorso ha messo a segno un +3,5% raggiungendo 9,2 miliardi di euro, nei primi tre mesi dell’anno ha registrato solo un incremento dello 0,1%.

Annarita Pilotti, Presidente di Assocalzaturifici


“Il 2018 si è aperto con un rallentamento nelle vendite estere e nei ritmi produttivi”, ha commentato Annarita Pilotti, Presidente di Assocalzaturifici. “L’export registra un timido +0,1% in valore, ma cala di oltre 3 punti percentuali in volume rispetto al periodo omogeneo dello scorso anno. Inoltre preoccupano alcune criticità in importanti aree di sbocco internazionali. In particolare nell’area CSI il recupero rilevato nel 2017 si è interrotto e i primi tre mesi 2018 registrano un calo del 7% in valore e del 2% in quantità, con flessioni del 10% per la Russia. Si conferma inoltre la frenata in Far East (-6,3% in valore), dove l’ulteriore crescita di Cina e Sud Corea non è bastata a ripianare le flessioni di Giappone e Hong Kong”.
 
Il 2017 sembrava l’anno di svolta per il comparto, che dopo tre anni di contrazioni ha registrato crescite in volume, superando la soglia delle 190 milioni di paia, e l’export più alto degli ultimi 15 anni: “Tra i mercati oltre confine, cui è destinato l’85% della produzione, l’UE ha confermato i livelli 2016 (+1,4%, con un +2,7% in valore) mentre l’export verso i paesi extra-UE ha segnato un incoraggiante +5,1% in volume e +4,4% in valore globalmente, ha proseguito Pilotti.

Nonostante ciò, il lungo periodo di congiuntura negativa ha avuto anche nel 2017 un impatto negativo sui consumi interni e sul fronte occupazionale: gli acquisti delle famiglie italiane hanno registrato per il decimo anno consecutivo un calo nelle quantità (-0,4%, con un -0,2% in spesa) e anche il numero di aziende e di addetti è diminuito, rispettivamente del 2,7% e dello 0,2%”. Flessioni proseguite, in entrambi i casi, anche nei primi tre mesi di quest’anno.
 
L’Assemblea generale di Assocalzaturifici è stata anche l’occasione per presentare i risultati di una ricerca condotta dall’associazione su un panel di aziende familiari del comparto per confrontare l’approccio di due generazioni (18-40 anni e over 40) rispetto ad alcune tematiche rilevanti per il futuro delle aziende stesse. La ricerca è partita dalla premessa che circa il 70% delle imprese familiari non sopravvive alla prima generazione e solo una percentuale inferiore al 10% raggiunge i cinquant’anni di vita; da ciò l’importanza di individuare nuove figure imprenditoriali nel nucleo familiare.
 
Tra i principali risultati emersi dall’analisi, il fatto che gli over 40 si dicono orientati a un forte controllo esclusivo del capitale aziendale (il 60% degli intervistati), contro solo il 30% degli under 40. Opinioni differenti anche riguardo l’opportunità di assumere manager dall’esterno: il 50% dei giovani è d’accordo, contro poco più del 30% degli over 40. Per quanto riguarda innovazione e internazionalizzazione, il 78% dei giovani è stato coinvolto negli ultimi 5 anni in progetti relativi alla prima area e l’81% alla seconda.
 
In sintesi, la ricerca fotografa imprese orientate al rinnovamento (il 50% ha venduto con successo nuovi prodotti negli ultimi 3 anni), ma ancora molto legate alle generazioni over 40: sono infatti rari i casi di forte responsabilità degli under 40 in azienda, rarissimi (il 6%) i casi di giovani alla guida dell’azienda con il ruolo di CEO, carica quasi sempre (per il 98% dei casi) in mano a un membro “senior” della famiglia. Anche i manager esterni sono ancora una rarità, solo il 25% nelle aziende prese in esame.

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