Reuters
20 apr 2009
Buyout, entro 20/5 manifestazioni interesse per minoranza Brioni
Reuters
20 apr 2009
MILANO, 20 aprile - Le manifestazioni d'interesse per l'acquisizione di una quota di minoranza della griffe di moda Brioni sono attese entro il 20 maggio, con l'obiettivo di chiudere il deal entro l'estate. E' quanto riferisce una fonte vicina al dossier.
"Entro il 20 maggio sono attese le manifestazioni d'interesse non vincolanti", spiega la fonte, aggiungendo che l'operazione dovrebbe chiudersi entro l'estate. La fonte precisa che il deal riguarda "la cessione di una quota di minoranza qualificata", smentendo le voci di mercato secondo cui gli azionisti di riferimento sarebbero orientati a vendere la maggioranza.
La fonte dice che "sono state inviate oltre venti manifestazioni d'interesse informali", ma l'intenzione degli adviser dell'azienda - Bnp Paribas, dal punto di vista finanziario, e lo studio legale Miccinesi e Associati - è ricevere un numero più contenuto di offerte non vincolanti, per poi procedere alla selezione di una short list a cui chiedere di presentare le offerte vincolanti. La lista delle manifestazioni non vincolanti comprenderà "gruppi industriali e operatori di private equity".
Nelle settimane scorse, indiscrezioni di stampa hanno riferito che il dossier è sulla scrivania del colosso del lusso francese Lvmh e dei gruppi di private equity Carlyle (che era stata in corsa per Valentino Fashion Group, poi andata a Permira, e che recentemente ha comprato il 40% di Moncler), Clessidra (impegnata in una trattativa estenuante per acquisire una minoranza di Cavalli), Warburg Pincus, Matlin Patterson (a cui fa capo il marchio Cerruti), Change Capital (in passato aveva investito in Jil Sander e il suo nome è stato accostato al brand Gianfranco Ferrè di It Holding), Advent International e Investcorp, fondo arabo basato a Londra che accompagnò l'Ipo di Gucci e che in Italia ha effettuato il buyout di N&W Vending.
Qualche investitore, secondo quanto riferisce una seconda fonte finanziaria, ha raffreddato l'interesse iniziale mostrato per Brioni a causa di un contenzioso legale fra gli azionisti, ovvero le famiglie Perrone e De Simone, da una parte, e Sforza, dall'altra. "C'è una battaglia fra cugini", dice la seconda fonte. "Qualche fondo ha guardato il dossier perché doveva farlo, date le dimensioni del deal, ma è piuttosto freddo".
Per quanto riguarda la valutazione della griffe, indiscrezioni di stampa, nelle settimane scorse, indicavano che gli azionisti di Brioni hanno ridotto le attese di prezzo sotto le dieci volte l'Ebitda, che nel 2007 si è attestato a 45,6 milioni, su un fatturato di 201 milioni.
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