Ansa
19 lug 2018
Burberry brucia “avanzi di magazzino” per oltre 34 milioni di euro
Ansa
19 lug 2018
Prodotti invenduti - fra vestiti e accessori di lusso - andati letteralmente in fumo. È la fine che hanno fatto l'anno scorso gli “avanzi di magazzino” di Burberry, marchio simbolo della moda britannica nel mondo, per un valore di 31 milioni di sterline, oltre 34 milioni di euro.
La cifra è stata indicata dagli stessi vertici dell'azienda, nel rapporto annuale sui conti. Quasi un “dettaglio” rispetto ai ricavi, pari a circa 3 miliardi di euro, ma che ha lasciato perplessi gli azionisti, secondo quanto riportato giorni fa dai media specializzati e ripreso oggi con evidenza dal Times.
A tal proposito, un portavoce dell'azienda ha dichiarato che "Burberry è impegnata a ridurre al minimo la quantità di eccedenza prodotta”, aggiungendo che, “nei casi in cui è necessario lo smaltimento dei prodotti, lo facciamo in maniera responsabile e continuiamo a cercare modi per ridurre e riclare i nostri rifiuti”. Nella nota ufficiale della società si legge anche che “questo aspetto rappresenta una parte fondamentale della nostra strategia di responsabilità ambientale fino al 2022 e, al riguardo, abbiamo stretto collaborazioni a sostegno di organizzazioni innovative per contribuire a raggiungere questo obiettivo, come la partnership siglata con 'Make Fashion Circular Initiative' della Fondazione Ellen MacArthur, in cui ci uniamo ad altre player del settore per realizzare un'economia circolare della moda”.
La pratica di bruciare ciò che non si vende non è nuova nel mondo dei grandi brand del fashion (senza contare che anche la catena svedese H&M ha ammesso di recente di fare lo stesso). Le firme più rinomate la attuano per tutelare "la proprietà intellettuale" delle loro creazioni e difendersi dal timore di contraffazioni o vendite sottocosto. Ma le proteste non mancano: sia per lo spreco che questo presuppone, sia per le conseguenze ambientali, denunciate a più riprese da gruppi ecologisti.
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