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10 lug 2013
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Bread & Butter: una sessione che ha sollevato molti interrogativi

Pubblicato il
10 lug 2013

Quale bilancio trarre del Bread&Butter chiusosi giovedì scorso? Era da molto tempo che le opinioni sulla manifestazione berlinese non divergevano così tanto. Già ancor prima che il salone si aprisse, il martedì mattina, gli espositori e i buyer facevano commenti al riguardo di due presenze, simbolicamente forti ed emblematiche per chi segue il Bread&Butter dagli inizi, che hanno avuto un approccio completamente diverso al salone: lo stand G-Star limitato a 140 metri quadrati, o addirittura meno, e l'arrivo del gruppo Bestseller su 6.000 metri quadrati. Ai quali bisogna aggiungere l'ingresso a pagamento per i non buyer e i non espositori a 500 euro!!! Non stupisce quindi che, alla fine, le valutazioni siano state diverse da un marchio all'altro.


In compenso, tutti sono stati d'accordo nel far notare il netto calo dell'affluenza fra i corridoi e la classica atmosfera solitamente festosa ridotta ai minimi termini. Alcuni specialisti del salone confermavano, sulla base dei dati registrati sui loro scanner, cali di presenze a due cifre sin dal primo giorno. Altri riscontravano un aumento, ma ammettevano che era stato ottenuto solo grazie al cambiamento di padiglione, consentito dalla defezione di molti pesi massimi del mondo dei jeans.

«Io rimango tutti e tre i giorni, ma quando osservo l'affluenza, ora che sono solo le 10:30, mi sembra che la giornata non passi mai», commenta un direttore di filiale francese di un grande brand. "C'è meno gente al salone, ma alla fine abbiamo avuto una bella partecipazione allo stand”, spiega l'équipe tedesca di Aigle. Tuttavia, per Karl-Heinz Müller, patron della manifestazione, l’ingresso a 500 euro ha permesso di filtrare le presenze e di offrire ai marchi la presenza di un pubblico professionale e di qualità. “E' stato molto buono per me. Ho avuto la visita di una ventina di francesi in un giorno solo”, sottolinea Philippe Elbaz, che rappresenta Scotch&Soda in Francia.

Ma alla fine, partecipazione complessiva è stata piuttosto nordica. Karl-Heinz Müller, che non fornisce più le cifre delle presenze, commenta nel comunicato finale: «Sfortunatamente, i nostri amici del Sud Europa mancano ancora».

Comunque, la presenza di Bestseller ha portato un tono diverso alla fiera. In particolare per gli espositori dello spazio 'Upper Street Market', che speravano piuttosto di vedere realizzato l'universo premium del 'LOCK'. Invece, il gigante danese della fast fashion ha interpretato il suo padiglione in modo molto qualitativo, giocando con le luci e la penombra e ponendo l'accento sulle caratteristiche distintive dei suoi brand.


Una mossa che, secondo alcuni osservatori, ha reso meno attraenti gli altri padiglioni. «Questo Bread è stato il salone di Bestseller. La loro hall era la più seducente e la più dinamica. E per molti, in tempi di crisi, la loro offerta può sembrare un valore-rifugio. Ciò detto, noi non lo distribuiamo. In realtà, è mancato quel pizzico di follia nelle collezioni e i clienti del nostro segmento di prezzi non vengono a cercare dei capi basic, ma chiedono della novità. Sicuramente in agosto andrò al salone di Las Vegas», puntualizza, riassumendo sensazioni comuni a molti, Jean-Paul Chouraqui, cofondatore del marchio Fiesta. "Di sicuro, saranno prese delle decisioni all'interno dei marchi che espongono", aggiunge Philippe Atlani di Pepe Jeans. Nel frattempo, Karl-Heinz Müller non fornisce dettagli sui suoi progetti, ma dà appuntamento al periodo 14-16 gennaio 2014 a Berlino, all'aeroporto Tempelhof.

Olivier Guyot e Bruno Joly (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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