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28 giu 2010
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Assorologi, il settore torna a battere il tempo della ripresa

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Adnkronos
Pubblicato il
28 giu 2010

Roma, 28 giu. - L'orologeria italiana archivia il quadrante della crisi e torna a battere il tempo della ripresa. Ad assicurarlo è Mario Peserico, presidente Assorologi, che ne parla con LABITALIA.

"Il settore degli orologi -spiega- si sta riprendendo dalla crisi che ha colpito l'intera economia, anche a livello internazionale e sono ancora molti i giovani che si accostano a questa professione. La competizione internazionale poi non interessa la categoria. Il consumatore, infatti, si rivolge all'orologeria per investire in un bene duraturo. La criticità può esserci per quell'azienda che non riesce ad instaurare un corretto rapporto qualità-prezzo".

"In generale -continua Peserico- stiamo parlando di un lavoro che non conosce lati negativi, anzi. Per questo, dati alla mano, negli ultimi 3 anni è aumentato il numero di ragazzi che intraprendono questo mestiere. Un esempio è la scuola di orologeria di Milano che offre un percorso volto a formare tecnici in grado di inserirsi con mansioni tecnico-specialistiche nell'ambito di case produttrici e manifatture, griffe del settore, negozi di orologeria, laboratori e centri di assistenza, ricambisti e fornituristi, quick service presso aziende produttrici e negozi. Un bagaglio di nozioni -sottolinea- utili per affrontare un lavoro redditizio. I cosiddetti tecnici orologiai, infatti sono richiesti e gli stipendi proposti sono molto alti".

"I giovani -osserva il presidente Assorologi- sono sicuramente i migliori clienti del settore. Rispetto agli adulti, infatti, usano di più gli orologi. Secondo una recentissima indagine, le giovani generazioni associano più frequentemente alla marca la qualità e il valore simbolico di status (il 39% dei giovani entro i 34 anni).
Tengono in considerazione più criteri nella scelta dell'orologio, dimostrandosi più attenti in particolare valutano di più nella scelta dell'orologio design, tecnologia e moda: elementi decisivi risultano pertanto la qualità per il 39% dei giovani, il design per il 26%, la tecnologia per il 23%. A seguire il gusto personale, la marca, la moda e la convenienza".

Dal punto di vista sindacale, invece, i problemi non mancano. "Il rinnovo del contratto del commercio -spiega a LABITALIA Fabio D'Onofrio, segretario della Federazione Italiana Orafi e Gioiellieri- c'è stato, tuttavia viviamo le stesse tensioni relative al costo troppo elevato del lavoro. Quella degli orologi -rimarca il sindacalista- è però una realtà costituita da piccole e medie imprese dove va sottolineata la solidarietà esistente tra datore di lavoro e lavoratore che favorisce anche il buon andamento del settore".

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