Asos: un incendio ha parzialmente distrutto il centro di distribuzione di Berlino
È la terza volta che Asos, il gigante dell’e-commerce, va a braccetto con la sfortuna. Martedì mattina, l’azienda ha annunciato che il suo centro di distribuzione Eurohub 2, che si trova in un sobborgo di Berlino, ha subito un incendio.
L’azienda ha precisato che l’incendio è avvenuto la mattina presto, ma che non c’è stato nessun ferito. Il centro è stato evacuato e il fuoco contenuto in uno dei quattro compartimenti del magazzino. Tuttavia, due milioni di articoli – su un totale di sette milioni – sono stati danneggiati o distrutti, dal fuoco o dall’acqua, e i danni potrebbero raggiungere i 6,3 milioni di sterline (oltre 7 milioni di euro).
Il deposito Eurohub 2 – costato 80 milioni di euro – è stato aperto di recente, e gestisce la maggior parte delle vendite del portale in Europa. Si tratta di un magazzino all’avanguardia, la cui superficie è due volte maggiore di quella del centro che ha sostituito.
Comunque, la struttura e le installazioni tecnologiche e di automatizzazione non sono state colpite dal fuoco. La società ha comunicato che gli altri tre compartimenti interessati dall’incidente sono tornati nuovamente operativi dal tardo pomeriggio di martedì e ha inoltre confermato di essere completamente assicurata contro le perdite di stock e l’interruzione dell’attività.
Nel frattempo, l'azienda ha provveduto a soddisfare gli ordini del sito di Berlino dal suo centro di distribuzione di Barnsley, nel Nord dell’Inghilterra.
Asos ha già subito due incendi, ognuno dei quali ha causato delle problematiche significative per le scorte. Nel 2005, l’esplosione di un deposito di carburante a Buncefield, nel Regno Unito, aveva distrutto il centro di distribuzione della società. All’epoca, l’azienda aveva dovuto sospendere la quotazione del proprio titolo azionario a causa delle conseguenze dell’incendio. Nel 2014, un autre incendio nel centro di Barnsley aveva determinato 30 milioni di sterline (circa 34 milioni di euro) di danni.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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