Asics in difficoltà in Europa all’inizio di quest’anno
Mentre Adidas e Puma stanno andando molto bene in Europa, gli altri grandi produttori di articoli sportivi stanno faticando a trovare il ritmo all’inizio di quest’anno. E così, Asics vede contrarsi il giro d’affari del 12,9% (-7,5% prima degli effetti dei cambi) nel Vecchio Continente, a meno di 28 miliardi di yen (225 milioni di euro) nei primi tre mesi dell’anno. Un calo legato all’evoluzione dello yen e a una diminuzione delle vendite in quell’area nel periodo. Il risultato netto crolla nettamente in Europa, del 43%, a 2,3 milioni di yen.
A livello globale il gruppo vede diminuire le vendite del 4% (-1,3% prima dei cambi), a 113 miliardi di yen (911 milioni di euro). L’utile operativo si contrae invece del 14,1%, a 13,2 miliardi di yen.
Asics ha visto calare le vendite sul mercato di casa del 2,6%, a 35 miliardi di yen, ma in compenso ha migliorato il risultato operativo in Giappone. Nell’area Americhe, le vendite calano del 5,3% (-3,1% prima dei cambi), a meno di 30 miliardi, con una diminuzione negli Stati Uniti, moderata da una crescita in Brasile. Ma soprattutto il gruppo migliora nettamente la redditività nell’area, con 2,6 miliardi di yen generati.
Le vendite sono invece cresciute in Asia. La regione Oceania/Sud-Est asiatico progredisce dell’11,3%, a oltre 8 miliardi di yen, e vede migliorare l’utile netto del 3,6%. Nel Sud-Est asiatico Asics sale del 13,1% (+17,6% prima dei cambi), soprattutto grazie alla crescita di Onitsuka Tiger in Cina, e il suo utile nella zona registra un +1,5%.
Infine, il periodo si è rivelato delicato per le altre attività del gruppo, le cui vendite si sono contratte del 13,1%, a meno di 2,6 miliardi di yen, soprattutto a causa delle scarse vendite di scarpe outdoor di Haglöfs.
Sulla totalità dell’esercizio Asics punta ad ottenere una progressione del proprio fatturato del 5,2%, a 420 miliardi di yen, ma si aspetta un calo dell’utile operativo del 13,6%, a 22 miliardi di yen.
Versione italiana di Gianluca Bolelli
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