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Pubblicato il
27 gen 2014
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AltaRoma: viaggio in Asia per lady Curiel

Di
Ansa
Pubblicato il
27 gen 2014

Viaggio in Asia per la lady di Raffaella Curiel, che nella sua nuova collezione di alta moda siè ispirata alla bellezza, alla femminilità espressa, nel muoversi e nell'incedere, dalle donne asiatiche. Dal Giappone al Vietnam, la nuova bellezza ha occhi a mandorla.

AltaRoma, Raffaella Curiel, collezione P/E 2014 - Foto: Ansa


"Ho pensato - spiega la couturier milanese nell'anteprima della sfilata che si è svolta in serata a S.Spirito in Sassia, dove erano presenti oltre a Clio Napolitano, tantissime feluche dai paesi orientali citati - che in un momento di disinteresse e di crisi come quello che viviamo in Italia, la bellezza fosse al di sopra di tutto. Oscar Wild scriveva: 'La bellezza è l'unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana, ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni ed è un possesso per tutta l'eternità', ed è proprio la bellezza che non possiede aggettivi, che riesce a darmi linfa vitale, incanto, stupore".

Una bellezza che si traduce in 52 abiti di alta moda, piccoli capolavori di sartoria, di pazienza certosina nel comporre manualmente plissettature e intarsi di tessuti dai confini perfetti, ricami di fiori su seta che sembrano stampati, sottovesti bordate di raffinati pizzi che spuntano incantando lo sguardo dagli orli delle gonne svolazzanti, bustini in sete antiche ricamate con disegni Fortuny, fiori di prati primaverili ricreati sugli abiti da sera con minuziosi lavori di ricamo, rami di pesco di Kyoto, aiuole di Kensington Park a New York, giardini sui terrazzi arrampicanti di Venezia, romantiche balconate di Roma.

Curiel racconta di aver pensato ai sorrisi felici sui visi incorniciati da corolle delle fanciulle dall'antico Siam, ai costumi etnici della Malesia e della Cambogia, che le hanno suggerito l'assemblaggio di colori (dall'arancio e oro, al rosa carico, dal blu al turchese, dal glicine al rosso), dei disegni miscelati fra loro con irripetibili patchworks di tessuti antichi e moderni. La prima uscita di cinque completi è stata composta dopo una ricerca sui costumi orientali di varie etnie: dalle estremi pendici dell'Himalaya alla Malesia, dalla Cambogia alla Thailandia fino alla Cina. Alcune giacche lunghe su pantaloni morbidi, sono in tessuti provenienti da Thimphu (Bhutan): sete tessute a mano, a righe, in crepe de chine stampate come antichi ricami, insomma un caleidoscopio armonico di culture, di tessuti antichi e moderni. Le giacche dei tailleur hanno talvolta spalle pronunciate all'esterno, "come i costumi dei guerrieri del generale cinese Ban Chao", spiega Curiel. Altre sono dritte, i punti di vita sempre segnati, con baschine evidenziate per rendere la silhouette più sottile. Le giacche hanno giochi di nervature, di tagli sbieco. Le gonne seguono il corpo affusolate oppure si aprono a corolla. Gli abiti sotto ai tailleur per il giorno, i tipici "Curiellini", eleganti, sottili, comodi, oppure per il cocktail diventano nuvole di chiffon con volute sbieche, nervature, piccoli volant, ricami impalpabili e fiori. La sera viaggia sulla "Via della seta" con virtuosa miscellanea di tessuti, colori e raffinati ricami. Il maestro orafo Gerardo Sacco ha creato gioielli dal sapore orientale: collane-cintura con medaglioni in giada e oro, bracciali in oro a manetta con cammei di pasta vitrea, orecchini a lanterna con smalti iridescenti. Gigliola Curiel, figlia della stilista firma le calzature (originali i sandali effetto nudo con lacci di tessuto colorati da cambiare con la tinta dell'abito) e i deliziosi cappelli a turbante.

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