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4 nov 2010
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Alexander: la stringata con la garanzia compie 100 anni

Pubblicato il
4 nov 2010

1 nov 2010 - Era il 1910 quando l’inglese Frank Alexander apriva i battenti del suo negozio-laboratorio a Surbiton in Victoria Road e proponeva per la prima volta una scarpa stringata, prima reale alternativa alla tradizionale chiusura a bottoni laterali del modello vittoriano diffuso all’epoca, di indubbia eleganza ma molto delicata e soggetta a numerose riparazioni.

Alexander, Antonini
100 candeline per Alexander

Il laboratorio di Alexander vendeva addirittura ogni paio di scarpe con inclusa una garanzia, una soluzione all'avanguardia, antesignana perfino dell’attuale customer care. Con l'allacciatura a stringhe (laced), ben presto adottata da tutti i principali negozi di calzature londinesi aveva trovato la soluzione tecnica per una maggiore tenuta del piede all’interno della calzatura, oltre che una migliore affidabilità del sistema di chiusura e una maggiore durata della scarpa. Ovviamente Alexander non rinunciò all’eleganza: il segno distintivo, che divenne subito tratto caratteristico della casa, fu quello di apporre uno strato di una particolare vernice protettiva rossa sul fondo della suola.

Alcune calzature realizzate all’epoca da Alexander sono attualmente conservate al "Central Museum & Art Gallery" di Northampton e presentano quasi intatta la colorazione della suola. Sembra che fu proprio quel dettaglio di colore ad attirare l’attenzione del suo cliente più famoso: Rodolfo Valentino.

Con la collezione PE 2011, Alexander sarà affiancata dalla linea donna di Alexander che ha debuttato a Settembre 2010 in occasione del Micam.

Alexander, Antonini
Stivali alti Alexander della collezione donna PE 2011

Dal 2004 Alexander è entrato nell’orbita della 3A Antonini, che l’ha scelto come brand di punta nel settore alto di gamma per alta artigianalità “hand made”, accuratezza nella selezione delle materie prime e perizia tecnica. Si pensi che per la realizzazione di un paio di calzature sono necessari oltre 180 specifici passaggi e il ciclo produttivo, dal taglio della tomaia sino all’ultimo controllo di qualità, è di tre settimane.

Nata nel 1945 dall'iniziativa imprenditoriale dei tre cugini Ezio, Alvaro e Ivo Antonini, la 3A Antonini, presieduta da Nicla Antonini, primogenita di Ivo, e amministrata dal nipote, Andrea Martini Antonini, braccio destro del nonno già dagli anni '90, è ancora oggi un'impresa dove la dimensione familiare della proprietà ha un ruolo fondamentale nel management.

La società produce circa 80mila paia di scarpe all'anno, con i marchi Antonini (un cult la scarpa da bambino coi due buchi, la “101”: un classico dell'infanzia nato negli anni '50), Lumberjack (calzature per l'outdoor e il tempo libero ispirate al rispetto per la natura e allo spirito di avventura dei ranger statunitensi, come lo storico polacchino “River”, il “giallone”, in pelle scamosciata con la suola carrarmato e il bordo morbido marrone scuro), Jakkar by Antonini (brand che punta a un buon rapporto qualità/prezzo per scarpe ad elevato tasso di comfort), Ljk (look contemporaneo per un target giovane con un occhio al design), e appunto le calzature sartoriali di Alexander. E con la stagione autunno-inverno 2009/10 ha debuttato anche la linea bimbo Lumberjack.

I fratelli Ezio e Alvaro Antonini insieme al cugino Ivo, nell'immediato dopoguerra lasciarono la Toscana alla volta del Veneto, per vendere calzature tra il nord Italia e la Germania, per poi decidere dopo poco tempo di passare dalla distribuzione alla produzione diretta di scarpe: i cugini Antonini aprirono così il loro primo laboratorio artigiano a Illasi, nella periferia di Verona. Una struttura con 50 maestri calzaturieri che progettavano, confezionavano e commercializzavano le collezioni. Oggi, l'azienda ha accresciuto la sua capacità produttiva, e impiega più di 1000 dipendenti diretti.

Alexander, Antonini
Polacchini Alexander della collezione donna PE 2011

Il gruppo 3A Antonini – che nel 2009 ha all’attivo un fatturato di oltre 30 milioni di euro (+15% rispetto all’anno precedente, in netta controtendenza con la media del settore) e stima di chiudere il 2010 a 34 milioni di euro – per i prossimi anni ha deciso di puntare molto sullo sviluppo del brand Alexander, che già contribuisce per circa il 10% al fatturato del gruppo.

“Per la distribuzione in Italia” di Alexander - spiega Massimiliano Rossi, direttore generale 3A - “contiamo sulla nostra rete collaudata di top retailer, circa 200 nella penisola. Ma c’è anche un progetto monobrand a Milano in Via Manzoni entro l'anno, e uno in Via de’ Tornabuoni a Firenze a seguire”.

Per quanto riguarda l’estero, Alexander potrà contare sulla presenza del Gruppo 3A in tutti i mercati europei (con particolare attenzione a Paesi scandinavi, Benelux ed Europa Orientale) e da ultimo in Cina.

Di Gianluca Bolelli

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