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21 apr 2015
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Adidas continua sul versante Green con Parley for the Oceans

Pubblicato il
21 apr 2015

Dunque Pharrell Williams ha davvero un impatto mediatico importante. Presente su tutti i canali, le riviste e gli schermi televisivi nel 2013-2014, la star planetaria possiede davvero un potere magico di seduzione.

Adidas ha siglato una partnership con la piattaforma Parley for the Oceans - Adidas


Che non sembra limitarsi ai consumatori. Dopo aver saputo utilizzare la sua immagine per convincere G-Star a sviluppare una linea che sfrutta una fibra tessile in plastica riciclata, utilizzando il know-how della piattaforma Parley for the Oceans, ora un altro attore importante del settore dell'abbigliamento si impegna nello stesso percorso.

Adidas prevede di far uscire i primi prodotti nel 2016 e, attraverso la sua nuova partnership con Parley for the Oceans, metterà in primo piano la lotta contro la proliferazione dei rifiuti di plastica negli oceani. Pharrell Williams, che è anche testimonial dei prodotti Adidas, ha sicuramente qualcosa a che fare con questa storia.

La boutique "green retail" 'Homecourt' di Norimberga - Adidas


Per Adidas, questa azione s'iscrive nell'ambito dello sviluppo di iniziative green. In occasione dell'apertura del suo primo negozio 'HomeCourt' di Germania, a Norimberga, il gruppo ha messo in evidenza la presenza di numerose tecnologie per il risparmio di energia. E ha anche testato per sei mesi le performance di questo "green retail", prima di entrare nell'ottica di svilupparlo più ampiamente.

Ma il marchio tedesco ha anche lavorato sul sourcing. Nel suo rapporto ambientale e sociale annuo (obbligatorio per le aziende quotate), pubblicato il 20 aprile, Adidas ha sottolineato che nel 2014 ha soprattutto ampliato la percentuale dei suoi prodotti tinti a secco con la tecnologia “DryDye”, sostenendo di aver risparmiato 100 milioni di litri d'acqua. Il gruppo annuncia inoltre che questa tecnologia, dedicata all'abbigliamento, sarà sviluppata anche sulla produzione di scarpe a partire dalla stagione primavera-estate 2016.

Adidas ha anche sviluppato l'utilizzo di campioni virtuali e rivendica la non-produzione di 1,9 milioni di “samples” fra il 2011 e il 2014. Il gruppo tedesco spiega che l'utilizzo di cotone proveniente dal programma 'Better Cotton' rappresenta oggi il 30% della sua produzione, mentre l'obiettivo che aveva inizialmente era del 25%. E che l'utilizzo di poliestere riciclato è significativamente aumentato nella sua produzione di articoli performance. Infine, il gruppo l'anno scorso ha siglato una partnership con l'organismo Bluesign Technologies, che gli apporterà la sua esperienza nell'utilizzo della chimica nel mondo del tessile-abbigliamento.

Nel 2011, nella campagna 'Detox', Greenpeace giocava con i codici dei marchi di articoli sportivi per incitare Nike e Adidas a ridurre il loro impatto sull'ambiente


Questi sviluppi non sono passati inosservati. Ancora un paio di stagioni fa, il gruppo era additato come esempio negativo da Greenpeace. L’ONG aveva sfidato, nella campagna 'Detox', i due colossi mondiali dello sport, Nike e Adidas, ad affrontarsi sul terreno del miglioramento delle loro pratiche ambientali. Anche se gli sforzi da fare in questo campo sono ancora molti (Adidas punta al 100% di "sustainable cotton" nel 2018), il marchio dalle tre strisce sembra destinato a vincere la partita.

Nel marzo scorso, Greenpeace faceva i complimenti ad Adidas per i suoi sforzi e dava invece brutti voti a Nike. Filo conduttore di Parley for the Oceans, Adidas dovrebbe presto realizzare una campagna di comunicazione su questi progressi e sensibilizzare i consumatori su questi argomenti.

Olivier Guyot (Versione italiana di Gianluca Bolelli)

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