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Ansa
Pubblicato il
9 ott 2017
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“Divina Creatura”: arte, donna e moda nell'800

Di
Ansa
Pubblicato il
9 ott 2017

Sessanta opere, tra cui sculture, dipinti, oggetti d'arte, abiti d'epoca illustreranno il nascente rapporto tra la donna e la moda nella seconda metà dell''800 in una grande mostra allestita dal 15 ottobre al 28 gennaio, negli spazi della Pinacoteca cantonale Giovanni Zust di Rancate (Canton Ticino).

La mostra “Divina creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo Ottocento” che si terrà dal 15 ottobre al 28 gennaio negli spazi della Pinacoteca cantonale Giovanni Zust di Rancate (Canton Ticino) - Ansa


Di particolare interesse gli splendidi ritratti delle 'belle signore' dell'alta società e alcuni ventagli d'autore, firmati da grandi maestri quali Segantini, Previati, Zandomeneghi, De Nittis.

Intitolata “Divina creatura. La donna e la moda nelle arti del secondo”, l'importante rassegna è stata curata da Mariangela Agliati Ruggia, Sergio Rebora, Marialuisa Rizzini (con il coordinamento di Alessandra Brambilla), che insieme hanno messo a punto un'accurata selezione di opere provenienti da collezioni pubbliche e private, nondimeno valorizzando alcuni nuclei significativi, conservati nella Pinacoteca.

L'indagine dei curatori prende le mosse dalla fine degli anni '50 del XIX secolo, quando il sarto inglese Charles Frederick Worth apre il suo primo atelier a Parigi, presto punto di riferimento dell'aristocrazia e dell'alta borghesia europee, determinando così di fatto la nascita dell'Haute Couture.

Con l'apertura poi dei primi Grandi Magazzini, l'essere alla moda si trasforma in una sorta di imperativo condiviso per le donne di ogni ceto. Pur presentando alcuni bellissimi abiti d'epoca e appunto i ventagli ideati da Segantini, Previati, Zandomeneghi, De Nittis, Mariani e Fragiacomo, la Pinacoteca Zust ha però scelto di illustrare questo periodo storico ricorrendo soprattutto alle opere d'arte, che meglio di tutto documentano quella trasformazione del ruolo sociale e dell'immagine femminile, avvenuta anche sul filo rosso della moda.

È in special modo il genere del ritratto che permette di seguire le rapide e sorprendenti evoluzioni dell'abbigliamento. I personaggi effigiati, sia che appartengano all'aristocrazia, esempio di gusto, o alla borghesia, posano per pittori e scultori vestiti e acconciati con attenzione nei confronti dei dettami imposti dalla moda e in modo da mostrarsi in sintonia con il proprio ruolo sociale.

A partire dai modelli, costituiti da donne simbolo (ad esempio la regina Margherita di Savoia) o da rappresentanti dell'aristocrazia internazionale, come, per restare nel Cantone Ticino, la contessa Carolina Maraini Sommaruga, ritratta dai grandi dell'epoca, tra cui Vittorio Corcos, Giovanni Boldini e Marino Marini.

La mostra prosegue con le opere di Domenico e Gerolamo Induno, Pagliano, Bianchi, Ciseri, Tranquillo Cremona, in una mappa che attraversa le regioni d'Italia e travalica il confine elvetico. Ma i pittori non solo danno conto dell'evoluzione della moda, bensì testimoniano lo stile che emerge impeccabile da gesti e movenze.

Oltre ai ritratti mondani di Boldini, Troubetzkoy o Corcos, la selezione riunisce tele di ambientazione quotidiana e borghese, interni domestici o di strade cittadine, dove si inseriscono figure femminili impegnate nel ricamo, nella lettura, nella conversazione, nel passeggio, in riposo, con i figli. Di ciascuna, gli artisti restituiscono l'abbigliamento con dettagliata cura, in modo da permettere di seguire le minime mutazioni di gusto e trasformando la moda in uno degli elementi che determinano la modernità dell'opera.

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