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Adnkronos
Pubblicato il
20 apr 2009
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'Costumi e scostumati': un secolo di vignette sulla vita da spiaggia a Imperia

Di
Adnkronos
Pubblicato il
20 apr 2009

Cento anni di storia del costume italiano in un centinaio di vignette umoristiche. Al Museo del Sorriso di Bajardo, nell'entroterra imperiese, la mostra Costumi & Scostumati, inaugurata ieri e aperta fino al 17 maggio, ripercorre la nostra storia dall'Ottocento agli anni Settanta del secolo scorso, dai grandi eventi storici come la guerra al fenomeno del ''pappagallo da spiaggia'' tipico degli anni della ricostruzione, attraverso le vignette umoristiche sulla vita balneare.



Una ventina di pannelli riportano illustrazioni tratte da giornali dell'Ottocento e del Novecento, tra cui L'Asso di Bastoni, Il Becco Giallo, Il Travaso delle Idee, Marco Aurelio, Il Guerin Meschino e La Sigaretta. Le tavole sono realizzate dai maggiori disegnatori italiani. La maggior parte delle vignette va dagli anni Venti ai Sessanta, nel decennio seguente vengono meno i periodici umoristici. Con i costumi si evolve il costume da bagno, protagonista di questo viaggio nella storia.Protagonista da subito.

Quando la donna arriva, con elegante disinvoltura, sulla spiaggia, il suo abito diviene subito motivo di interesse per stilisti, pittori, fotografi, illustratori e conquista la ribalta trasformandosi in costume da bagno, un capo di abbigliamento nuovo, capace di esprimere l'evoluzione del pensiero e il progressivo cambiamento delle abitudini sociali. Nella seconda meta' dell'Ottocento le poche bagnanti che frequentano le spiagge sono molto castigate e avvolte da lunghe palandrane. Poi, qualcosa comincia a cambiare.



Nascono i completi da spiaggia che poco a poco si arricchiscono di nastri e spighette, il bianco e il blu sono colori dominanti, mentre il collo rettangolare che cade sulle spalle e' il dettaglio che piu' evidenzia la moda 'alla marinara'. Con i rivoluzionari anni Venti del Novecento arriva Coco Chanel.Il soggiorno estivo al mare diventa consuetudine, nascono i primi stabilimenti balneari e la tintarella, assolta una volta per tutte, dona un aspetto piu' bello e piu' sano. La donna comincia a muoversi liberamente nella sua atletica tenuta da bagno piu' ridotta e scollata, tra gonnelline in taffetas e atletici costumi da nuoto sfiancati.

Il decennio successivo propone costumi per il nuoto mascolinizzati, e costumi da bagno con ampie scollature davanti e sulla schiena. I pantaloncini si staccano definitivamente dal corpetto aderendo al corpo e slanciandone la figura. Mentre fa la sua comparsa il pareo, le spiagge italiane si affollano. Rimini, Bellaria e Riccione, dove trascorre le sue vacanze il Duce con la famiglia, diventano mete turistiche di rigore. Ma la vera bomba esplode nel 1946. Anzi, due bombe esplodono. Quella all'idrogeno, sganciata dagli americani su un atollo della Micronesia: Bikini e' il suo nome. E, a distanza di pochi giorni, quella sganciata da uno sconosciuto stilista svizzero, Loui Re'ard a Parigi: ''il bikini'', un due pezzi dalle misure cosi' ridotte da lasciare scoperto l'ombelico.



Ci vorrà del tempo e qualche spregiudicata diva del cinema, prima che questo capo rivoluzionario entri nell'abbigliamento comune da spiaggia. Mentre le formose signore degli anni Cinquanta indossano costumi interi fascianti con scollature a cuore e stecche di balena, Lucia Bose' e ''La scandalosa Gilda'' hanno gia' fatto cadere i primi tabu' ombelicali. In Italia sara' sdoganato da Sofia Loren che, con un due pezzi di raso, sbaragliera' la concorrenza nel 1950, vincendo il titolo di Miss Eleganza, mentre altre due icone del cinema, Marylin Monroe e Brigitte Bardot, spalancano le porte del mercato statunitense all'esplosiva invenzione di Re'ard, ma ci vorra' il regale tocco di classe di Margaret d'Inghilterra che, sbarcando in bikini dallo yacht dell'Aga Khan a Porto Cervo finira' per convincere tutti che il bikini puo' finalmente far parte del guardaroba di qualsiasi donna.

I Sessanta si vestono all'inizio di fantasie a quadrettini, baby-doll, frange e volant e proseguono con aderenti bikini in lycra, vera novita' di questi anni, che vedranno comparire sulla scena anche il primo scandaloso monokini preludio all'avvento del nudismo, soprattutto sulle spiagge di Saint Tropez. Gli anni Settanta, tra figlie dei fiori e costumi di carta firmati Fiorucci, conoscono l'invenzione del tanga, che sembra abbia visto la luce sulle spiagge di Ipanema. E mentre in Italia partono le prime denunce per topless, reggiseno a triangolo sempre piu' ridotti si accompagnano a zeppe di sughero sempre piu' alte. Dagli anni Ottanta in poi sara' soprattutto la moda, dettata delle riviste patinate a dire cosa indossare o non indossare alla spiaggia.

Ritornera' in auge il costume intero, come forte reazione alle audaci proposte di tanga e monokini, questa volta pero' decorato, impreziosito di ricami e spesso usato come corpino per l'abito da sera. Un'evoluzione che troviamo documentata al Museo del Sorriso. ''Un'evoluzione non solo femminile, anche maschile - precisa Alessandro Prevosto, che con Dino Aloi ha curato la mostra -, ma i disegni scelti rappresentano anche altri fenomeni di costume, come i 'tipi da spiaggia' catturati dalle penne e dai pennini sapienti degli umoristi, spesso grandi artisti e abili illustratori, capaci di cogliere le sfumature della societa', scandagliando tra le pieghe delle vanita' o semplicemente utilizzando calembour e motteggi.

La vignetta molte volte nasce dallo spirito di osservazione dei disegnatori, che poi hanno la capacita' di fissare su carta idee e situazioni che per altri resterebbero attimi di vita personale. Questa e' una delle prerogative piu' interessanti di questa sorta di sociologi con il pennello".

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